Le imprese associate FederlegnoArredo confermano a consuntivo dell’anno 2012 la forte difficoltà del mercato nazionale. Nessun cambiamento della situazione nell’ultimo quadrimestre. Il risultato delle vendite Italia rimane stabilmente negativo (-10% rispetto al 2011). Variazione moderata ma positiva solo per le vendite estere (+4% circa). Particolare sofferenza è stata registrata nei comparti più dipendenti dal mercato italiano delle costruzioni e dal mercato immobiliare come le finiture per l’edilizia, le cucine e gli uffici. “I risultati del Termometro confermano dunque i drammatici dati di pre-consuntivo sul mercato nazionale già presentati da FederlegnoArredo nella conferenza stampa di dicembre” – sottolinea il presidente di FederlegnoArredo Roberto Snaidero. “Risulta quindi inderogabile inserire gli arredi fra le detrazioni Irpef del 50% previste per le ristrutturazioni edilizie”. Ancora drammaticamente negative le prospettive per l’inizio del 2013: a gennaio il 60% delle imprese dichiarava ancora ordinativi in flessione; stagnazione per un altro 30%, crescita solo per il 10%. Lo stallo del mercato nazionale incide pesantemente sulla situazione complessiva degli ordini soprattutto nei comparti più dipendenti dall’edilizia.Le previsioni a tutto 2013 sono ancora grigie per il mercato nazionale (in crescita soltanto per il 17% delle imprese). Previsioni positive per l’estero che continuerà a crescere per il 64% delle imprese. “La maggior parte delle imprese – aggiunge il presidente di Assarredo Giovanni Anzani – ha evidenziato un trend negativo sul mercato interno; soltanto le realtà con una forte propensione all’export sono riuscite a evitare la perdita di fatturato”. Considerando il numero di rispondenti, si osserva che la crescita interesserà una minoranza: solo 4 aziende su 10 (39% dei rispondenti) ritengono che il 2013 potrà essere per loro un anno di parziale recupero rispetto al 2012. Le altre (28%) attendono una nuova flessione o nessun cambiamento (33%). I mercati con cui le imprese del settore stanno lavorando di più sono la Russia, la Francia e la Svizzera. Ma i Paesi più vivaci, dove la netta maggioranza dichiara di avere ordini in crescita, sono: Russia, Medio Oriente, Stati Uniti/Canada e Asia Orientale. Al contrario, i mercati europei appaiono più penalizzati dalla crisi.