Si chiama Zephyr, e non caso, l’oggetto volante fotovoltaico progettato da tre studenti del Telecom ParisTech e dell’Ecole Nationale Supérieure des Arts Décoratifs, per fornire energia alle case situate in aree remote, oppure a quelle dove il tetto non può reggere il peso dei pannelli solari tradizionali o, ancora, agli edifici in zone colpite da calamità. Addio a pesanti generatori che richiedono olio combustibile inquinante e costoso. Si tratta di un kit a basso costo fatto da una scatola delle dimensioni di un metro cubo, contente un trasformatore elettrico e di una vela di 3,8 metri di diametro, coperta con 15 metri quadrati di pannelli solari. Funziona così: basta stendere la vela e aspettare che il pallone si gonfi in cielo dove raccoglie l’energia solare e la trasporta a terra tramite un cavo. Il surplus di viene immagazzinato nelle batterie e sfruttato durante per la notte. C’è un elettrolizzatore che utilizza nove litri di acqua più l’energia solare raccolta, che insieme alle batterie all’interno dell’alloggiamento produce il gas necessario per gonfiare Zephyr in mezza giornata. A metà strada tra un palloncino e un aquilone, questo dispositivo ibrido ha un rendimento di fino a 3 choliwattora (kWh), paragonabile a quello di un generatore tradizionale. Sufficiente per fornire illuminazione e riscaldamento a circa cinquanta persone. Il progetto che ha vinto numerosi premi dopo uno studio di fattibilità tecnica e diventerà un prototipo nel 2017.