Il cemento a vista la caratterizza come architettura «brutalista» (dal termine francese beton brut, ossia cemento grezzo) il progetto di ristrutturazione invece, lo classifica come l’edificio con il maggior numero di punti (88) ottenuti nella certificazione Leed Platinum a Milano e il secondo in Italia. È l’ex Residence Porta Nuova, in via Melchiorre Gioia 8, costruito nel 1973 su progetto di Marco Zanuso e Pietro Crescini e rinnovato dallo studio di architettura Park Associati su incarico del gruppo Hines, con la collaborazione dello studio d’ingegneria General Planning e la consulenza Leed di Greenwich.
La riqualificazione dello stabile dalla struttura orizzontale, tipica di quegli anni, assume ancora di più una valenza storica nel nuovo quartiere Varesine, dominato da nuove architetture sviluppate in verticale. Gli spazi interni sono stati valorizzati e destinati a un uso misto, uffici e e NH Grand Hotel Verdi, adeguandoli alle normative vigenti, e quasi il 98% degli elementi strutturali è stato mantenuto, per esempio le scale, per evitare lo spreco di materiali, mentre i serramenti sono stati sostituiti per sfruttare la luminosità naturale. Nella facciata si alternano grandi moduli trasparenti con parti opache strutturali coperte dai serramenti serigrafati su due livelli per aumentarne l’effetto tridimensionale.
Ma a parte l’uso di vetro, cemento, acciaio e legno per il restauro in chiave filologica, c’è un intervento mirato alla sostenibilità sotto profilo energetico e idrico sottoposto all’ente di revisione Green Building Certification Institute. Il calo di oltre il 32 % dei costi energetici complessivi è dovuto all’installazione di impianti Havac (Heating, Ventilating and Air Conditioning), con prestazioni più elevate rispetto alla media di mercato, alla scelta di gruppi frigoriferi polivalenti a elevata efficienza, all’utilizzo di inverter per l’alimentazione delle pompe e dei sistemi di regolazione a due vie in grado di risparmiare fino all’80% dell’energia elettrica rispetto ad un sistema tradizionale, ai sistemi di recupero calore. Invece, i consumi di acqua potabile ad uso interno sono stati abbassati del 48% con cassette di scarico a doppio flusso, con l’installazione di riduttori di flusso e aeratori sulle rubinetterie mentre le docce, fruibili di chi accederà al sito in bicicletta, sono a bassa portata di erogazione. Anche l’irrigazione delle aree verdi è inferiore del 51% rispetto ai sistemi tradizionali, perché in copertura sia il prato che gli arbusti sono a ridotto fabbisogno idrico e l’impianto di irrigazione è controllato da sensori di pioggia e umidità del terreno. La qualità dell’aria interna è assicurata dalla climatizzazione, dal fatto che tutti i prodotti chimici come sigillanti, adesivi e pitture, le pavimentazioni e i prodotti in legno composito sono stati selezionati sulla base del ridotto contenuto di composti organici volatili (Cov) e sull’assenza di resine a base di urea‐formaldeide. Infine, sempre all’insegna della sostenibilità è stato installato un impianto fotovoltaico che produrrà energia per oltre il 4% del fabbisogno annuo stimato, i materiali edili impiegati sono per il 20% di provenienza regionale e per il 25% riciclati, mentre in fase di cantiere l’85% dei rifiuti prodotti è stato inviato a riciclo.