Le macchine per costruzioni e gli impianti per la produzione di energia si spostano nei Paesi in via di sviluppo. Ma i produttori di energia in questi Stati preferiscono i costruttori domestici di apparecchiature per la conformità alle normative locali, i bassi costi e la base di produzione locale. Il trend è stato individuato da una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata A Changing Global Landscape for the Power Equipment and Construction Market. La ricerca rileva che i Paesi emergenti sono destinati a conquistare una quota maggiore della produzione globale e che la loro capacità installata supererà i 4,6 terawatt (TW) entro il 2030. Lo studio riguarda i mercati degli impianti di produzione di energia elettrica a carbone, a gas e idroelettrici in regioni chiave, e analizza il panorama in continua evoluzione delle apparecchiature, delle costruzioni e della legislazione relative a tali impianti.
Il sostegno governativo sotto forma di investimenti nel settore energetico ha avuto un ruolo importante nell’alimentare il mercato interno degli impianti energetici in mercati emergenti come Cina, India e Corea del Sud. La Cina, in particolare, ha finanziato progetti energetici all’estero in paesi ricchi di risorse, portando beni e servizi degli operatori emergenti verso nuove aree geografiche come l’Africa e il Sud America.
Gli operatori storici provenienti da Stati Uniti, Europa, Russia e Giappone – che hanno dominato il settore degli appalti e della produzione di apparecchiature critiche nell’ambito dell’ingegnerizzazione, approvvigionamento e costruzione delle centrali elettriche – stanno assistendo al trasferimento di questo potere dai paesi occidentali a quelli orientali.
«Riconoscendo i benefici a lungo termine dell’utilizzo di apparecchiature di qualità e l’importanza di disporre di strutture di servizio locali, i governi dei paesi emergenti hanno iniziato a rendere fondamentali i trasferimenti di tecnologia e l’utilizzo di strutture locali per partecipare al mercato, – osserva Manoj Shankar, analista di Frost & Sullivan. – Gli operatori tradizionali stanno prestando una maggiore attenzione alle alleanze, fusioni e acquisizioni per accedere ai mercati emergenti che godono di questa fase di boom; allo stesso tempo, tali joint venture consentono ai produttori e ai fornitori di servizi locali di affacciarsi ai mercati globali».
Il mercato del gas è dominato dagli operatori tradizionali. La maggiore produzione di energia idroelettrica e a carbone dei paesi emergenti nell’ultimo decennio ha aiutato gli operatori di tali regioni ad acquisire esperienza nella costruzione di centrali idroelettriche e a carbone. L’attenzione a questi due settori, tuttavia, ha diminuito le installazioni di centrali a gas e ha limitato le attività nell’ambito della tecnologia delle turbine a gas in Oriente. D’altra parte, il maggior numero di installazioni di centrali a gas in Occidente e la superiorità tecnologica hanno aiutato i produttori di apparecchiature tradizionali a conquistare maggiori quote di mercato in questo segmento.
Guardando al futuro, poiché la maggior parte delle utility devono affrontare budget sempre più ridotti e possibilità sempre più ridotte di finanziamento dei progetti, le alleanze con le banche locali aiuteranno ad aggiudicarsi nuovi progetti nei paesi in via di sviluppo.