Se il ponte sotto casa diventa un impianto eolico

L’energia eolica è una delle fonti di rinnovabili più pulite e più abbondanti che ci sia. Ma trovare il sito dove installare le turbine non è sempre facile per le amministrazioni locali e per gli investitori: spesso la vista degli impianti abbassa i valori dei terreni circostanti oppure in aree molto edificate manca semplicemente lo spazio. Una possibile soluzione è stata presentata da un gruppo di ingegneri spagnoli e britannici che hanno simulato il funzionamento di due turbine sotto un ponte nelle Isole Canarie e con i dati ricavati dall’esperimento virtuale hanno ipotizzato di poter fornire energia a centinaia di case. In pratica, il ricercatore Oscar Soto ei suoi colleghi della Kingston University di Londra hanno prima modellato le turbine come dischi porosi per valutare la resistenza dell’aria e poi testato diversi tipi di configurazioni. L’inserimento di uno svariato numero di turbine di capacità differenti ha indicato come migliore soluzione per la maggior parte dei ponti un modello costituito da due turbine di medie dimensioni (le più grandi attualmente sul mercato hanno lame di circa 80 metri di diametro). Nel caso specifico del viadotto Juncal dell’isola spagnola di Gran Canaria,  potrebbe produrre circa 0,5 megawatt di energia eolica, pari al fabbisogno di circa 500 abitazioni, ed evitare di rilasciare nell’atmosfera 140 tonnellate di anidride carbonica all’anno.

Il rendering del viadotto Juncal nell'esperimento condotto da Oscar Soto Oscar Soto, Kingston University di Londra e Zecsa
Il rendering del viadotto Juncal nell’esperimento condotto da Oscar Soto Oscar Soto, Kingston University di Londra e Zecsa

Si tratta però di un progetto ancora sulla carta sebbene i ricercatori affermino che potrebbe essere attuato ovunque se qualcuno si decidesse a provarci. Certo, va scelto un luogo dove il vento spira a una velocità tra i 6 e i 25 metri al secondo. In realtà,  questa non è una vera e propria novità perché già nel 2011 gli italiani Francesco Colarossi, Giovanna Saracino e Luisa Saracino avevano realizzato un progetto, battezzato Solar Wind, per trasformare un ponte abbandonato in una sorta centrale di energia sostenibile, con pannelli solari sul manto stradale e 26 turbine sotto le campate in grado di alimentare 15 mila case. Purtroppo non si è andati molto oltre la teoria, nonostante l’interesse internazionale. La simulazione Juncal sponsorizzata anche da Zecsa (Zona Eólica Canaria) una società specializzata nelle fonti rinnovabili, sembra invece avere tutti i dati concreti per convincere gli investitori, primi tra tutti l’amministrazione delle Isole Canarie.

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