La scienza è sempre alla ricerca di nuovi modi per sfruttare le fonti naturali di energia come le turbine a vento, i pannelli solari, le pompe di calore geotermiche. Non fanno eccezione i ricercatori della Columbia University che, però, hanno creato qualcosa di veramente insolito: una metodologia capace di far funzionare una lampadina Led sfruttando un fenomeno naturale che coinvolge l’evaporazione dell’acqua e minuscole spore batteriche.
Questi organismi cellulari si espandono quando assorbono umidità e si contraggono in sua assenza. E poiché il 70% del pianeta è coperto di acqua in costante evaporazione è chiaro che come fonte energetica avrebbe un enorme potenziale. Il problema è che le spore sono molto, molto piccole: ciascuna misura circa un micron. Ma Ozgur Sahin, ricercatore capo presso la Columbia University e il suo team hanno superato il limite dimensionale mescolando le spore con colla diluita, per creare una sorta di pasta da applicare a un sottile nastro di plastica dove il composto potesse asciugare. In laboratorio hanno verificato che quando le spore batteriche si restringono e si gonfiano in relazione al cambiamento di umidità, possono spingere e tirare altri oggetti con forza e per dimostrare che il metodo funziona hanno costruito dei piccoli gadget in grado di sollevare pesi, aprire e chiudere persiane, di alimentare a una macchina giocattolo, di far lampeggiare una lampadina Led.
Uno di questo è Moisture Mill, letteralmente mulino umido, una ruota di plastica ricoperta da queste sezioni di nastro con le spore, la metà sottoposti all’acqua e l’atra metà tenuti in un ambiente asciutto. La variazione di umidità provoca una reazione meccanica che produce abbastanza forza per girare la ruota continuamente. Insomma, è la dimostrazione pratica che la metodologia funziona, almeno in laboratorio. Un piccolo risultato che potrebbe aprire molte strade.