Per la maggior parte delle persone, la parola casa evoca abitazioni rettangolari, magari un garage sotterraneo, parecchi piani, e nei casi degli edifici più moderni, facciate irregolari con elementi asimmetrici. Ma si tratta, da secoli, sempre delle solite quattro mura e un tetto. Tutto questo potrebbe cambiare rapidamente per merito della tecnologia e per colpa dei cambiamenti climatici. Pensare all’efficienza energetica, a una svolta green dove l’unica strada da seguire è quella di sfruttare il sole, il vento e l’acqua per progettare, costruire e far funzionare le case è un conto, risolvere il problema delle persone che vivono in zone molto a rischio di eventi catastrofici, inquadrando i disastri naturali come una probabilità e reagire prima che si verifichino è un altro. Ed è con questo approccio che lo studio 10 Desing di Hong Kong ha progettato la Tornado Proof House, una costruzione prototipo di casa pensata per il Mid-West americano, dove la gente convive con questa insicurezza.
Meccanismi cinetici
Questa nuova architettura si basa sui meccanismi cinetici che si trovano nelle porte dei garage, nei camper e negli scafi delle barche a vela. Insomma, si basa su tecnologie esistenti ma interpretate in modo inusuale, ossia imitando l’istinto di sopravvivenza della tartaruga. Infatti, come la testuggine in caso di pericolo si ritrae nel guscio anche la casa, grazie a una serie di leve idrauliche, si nasconde nel terreno. Il rivestimento esterno consiste in due strati di Kevlar, una fibra sintetica di notevole resistenza al calore, al fuoco e alla trazione, 5 volte più dell’acciaio, inframmezzati da un isolante. Questa barriera è traslucida per permettere alla luce naturale di filtrale all’interno della casa, il cui fabbisogno energetico è garantito da una serie di celle solari installate sulla parete esterna che si flettono e si distorcono per assorbire l’intensità massima dei raggi.
Tetto sigillato
Una guarnizione stagna sigilla il tetto della casa sprofondata nel terreno rendendo la struttura impermeabile all’acqua e al vento mentre i sensori rilevano i venti ad alta velocità associati a temporali e trombe d’aria e fanno scattare la sirena di allarme e le leve idrauliche. I progettisti stanno anche valutando l’applicazione di rivestimenti fotocatalitici e con nanotubi di carbonio in grado di assorbire inquinamento trasformandolo direttamente in carburante per alimentare l’impianto idraulico. Dal punto di vista estetico sembra una navicella spaziale, ma l’obiettivo di 10 Design, studio molto attico in Asia e in Medio Oriente, è quello di sensibilizzare i colleghi architetti sul loro modo di guardare le calamità naturali, e in ultima analisi anche progettare intere città intorno al concetto di resistenza disastro. Insomma, l’architettura cinetica sostituirà le vecchie quattro mura nelle abitazioni del futuro?