Non si lavora se in cantiere ci sono 35 gradi

In Germania è già previsto nel codice del lavoro: se la temperatura in cantiere o sul luogo di lavoro supera in 35 gradi, l’operaio, il muratore, il dipendente o il collaboratore può smettere di svolgere la propria attività. Una legge attualissima, visto il caldo africano. E che ha convinto un deputato francese del gruppo Sinistra repubblicana e democratica a presentare all’Assemblea Nazionale (il Parlamento francese) una proposta per introdurre dei criteri oggettivi per regolare la questione. Infatti, nel settore delle costruzioni e dei lavori pubblici esistono già delle misure di tutela, battezzate Congés intempéries, letteralmente congedi per intemperie, che l’equivalente francese della Federlegno sta valutando di prendere in considerazione, anche in vista del nuovo disegno di legge in materia di dialogo sociale e occupazione. Mancano però cifre precise, perché da nessuna parte è specificata il tetto massimo della temperatura, e la proposta vuole riempire questo vuoto normativo che ha già generato in passato numerose vertenze giudiziali. Anche in Gran Bretagna una deputata laburista ha presentato un’analoga proposta di legge, ipotizzando però una soglia massima di 30 gradi, scendendo a 27 in caso di lavori usuranti per evitare rischi di incidenti sul lavoro. E in Italia?

La canicola
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