L’avevano promesso a febbraio: entro metà luglio Italia Sicura, l’unità di missione contro il dissesto idrologico, avrebbe presentato la lista degli interventi con il relativo Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) per approvarla (vedi anche questo articolo). Ecco, dunque, a chi saranno assegnati i primi 600 milioni stanziati dal Cipe per il piano stralcio che prevede lavori per un valore superiore, pari a 760 milioni, la cui differenza è stata colmata da risorse esistenti o disposte da Comuni e Regioni.
Dova vanno i soldi
A Genova la somma più cospicua, 275 milioni, poi Padova (93,2 milioni), Milano (85,1), Pescara (54,8) e Firenze (45,5). L’elenco delle municipalità prosegue con Pescara, Bologna, Olbia, Cesena, Pisa, Pontedera, Carrara, Arezzo. In totale 35 opere dotate di progetti definitivi ed esecutivi, un elemento determinante per l’assegnazione dei finanziamenti statali, dato che nell’elenco non sono incluse altre città di rilievo come Roma, Reggio Calabria, Torino, Messina, Catania e Napoli, perché sprovviste di progetti subito cantierabili. Certo, come sempre nelle opere pubbliche l’immediatezza ha un valore relativo: le gare di appalto per questo primo lotto di lavori partiranno da ottobre, dopo la firma dei previsti accordi di programma tra le Regioni e il Ministero dell’Ambiente. La struttura di Palazzo Chigi aveva in lista 250 interventi, i primi 35 sono stati sbloccati, per i rimanenti 215 interventi, l’obiettivo è quello di sbloccare altri due piani stralcio e reperire le risorse 500 milioni più 150, nella prossima legge di Stabilità.