Brevetto europeo promosso dai produttori di mobili. «Il brevetto unitario darà alle imprese italiane, soprattutto le piccole e medie, che in proporzione subiscono maggiormente i costi legati alla difesa giudiziaria contro la contraffazione, l’occasione di essere più competitive», commenta il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero. «Chi vende i propri prodotti all’estero potrà beneficiare di un’unica copertura sull’intero territorio dell’Ue a costi ridotti rispetto agli attuali, priva di oneri burocratici e, non da ultimo, utile a fungere da barriera alle importazioni di prodotti-copia dai Paesi extra Ue. Infine le imprese estere avranno la possibilità di investire in un Paese che garantisce una protezione adeguata e armonizzata». Anche l’Italia, infatti, aderirà al brevetto unitario dell’Unione europea. Un passo che consentirà di ottenere un brevetto valido in 25 Paesi europei, tramite un’unica procedura, e pagando un’unica tassa, con una drastica riduzione delle formalità e dei costi. Nell’Unione Europea la protezione tramite brevetto è al momento assicurata da due sistemi: i sistemi nazionali e il sistema europeo. La domanda di registrazione di un brevetto in più Paesi europei all’Ufficio di Monaco si traduce nel rilascio di un “fascio di brevetti” nazionali, i quali devono essere singolarmente convalidati nei Paesi di interesse dagli uffici competenti. Il nascente sistema del brevetto unitario non prevede le convalide nazionali e le relative traduzioni. Una volta concesso in inglese, francese o tedesco, è automaticamente valido in tutti gli Stati aderenti. L’adesione dovrà ora essere approvata dal Parlamento Italiano. Si prevede che tale sistema diventerà operativo a partire dal 2016.
Secondo le stime di Confindustria, tale scelta può portare a un risparmio complessivo annuale per le imprese di 9 milioni di euro (derivato dalla non necessità di ricorrere a due protezioni separate in Italia e nel resto d’Europa) più 5 milioni di euro (assenza di cause brevettuali parallele in Italia e nel resto d’Europa). Oggi il solo costo delle traduzioni dei brevetti concessi nelle lingue nazionali, che il nuovo sistema eviterebbe, è stimato in 270 milioni di euro l’anno, di cui il 20% riferito ad aziende italiane.