La crisi dell’edilizia si riverbera sul comparto dei serramenti metallici e delle facciate. Secondo l’ufficio studi di Unicmi la perdita di fatturato del settore è stata di circa il 35% dal 2009 a oggi, e ha fatto sentire i suoi effetti anche nel 2014. Nel mercato delle finestre si registra una contrazione delle vendite, in valore, stimabile in circa il 7%. Si tratta di un dato particolarmente allarmante, determinato dalla guerra dei prezzi in corso nel settore dei serramenti, sia nel segmento delle nuove costruzioni sia nel segmento della sostituzione. Le nostre rilevazioni evidenziano una caduta dei prezzi medi tra l’8% e il 10% per i serramenti metallici dal 2013 al 2014. Tale caduta è stata determinata sia da un’aggressiva scontistica praticata dai costruttori di serramenti sia dallo spostamento dell’offerta su prodotti “budget” caratterizzati da prezzi medi inferiori e soluzioni costruttive semplificate, soprattutto se rapportate a quelle proposte sul mercato nel recente passato. Lo spostamento del mercato verso il basso è stato inizialmente propiziato dall’introduzione di prodotti in PVC a basso prezzo di produzione estera (Est Europa), a cui hanno fatto seguito le reazioni dei serramentisti nazionali (indipendentemente dal materiale proposto) che hanno quindi ingenerato una pericolosa guerra di prezzo. La guerra di prezzo ha subito un’ulteriore accelerazione per via dei fornitori strategici dei costruttori di serramenti in alluminio (produttori di sistemi e accessori per serramenti) che, per mettere i propri clienti in condizioni di competere con i serramenti di PVC a basso costo, hanno tagliato i prezzi dei componenti e dei semilavorati e inserito prodotti caratterizzati da prezzi inferiori.
Si segnala tuttavia un forte attivismo commerciale di alcuni costruttori di serramenti metallici finalizzato allo sviluppo del canale di vendita diretto verso i clienti finali-utilizzatori. E evidente che in termini di volumi la penetrazione del serramento in alluminio nel mercato della sostituzione resterà relativamente limitata, anche se ad oggi circa il 40% del fatturato di questi serramentisti è realizzato grazie agli incentivi nella sostituzione dei serramenti. Occorre osservare con attenzione se nell’anno in corso, i costruttori di serramenti in alluminio riusciranno a spingere prodotti maggiormente performanti o prodotti cosiddetti speciali (quali, ad esempio gli scorrevoli minimali e le finestre di design) che sono caratterizzati da prezzi medi più elevati e che quindi potrebbero contribuire al recupero di fatturato.
Sul fronte delle facciate continue, lo scenario del mercato è caratterizzato da una situazione di sostanziale stabilità, tuttavia i dati rilevati dai costruttori di facciate segnalano un andamento positivo del fatturato principalmente ascrivibile ai lavori realizzati da aziende italiane sui mercati esteri. La quota di export sul fatturato dei costruttori di facciate continue si attesta stabilmente tra il 35% e il 40%. Si tratta di un processo di internazionalizzazione relativamente recente, iniziato circa 4 anni fa, che le aziende hanno condotto in modo veloce “a tappe forzate” per reagire alla crisi della domanda sul mercato interno e collocarsi su mercati caratterizzati da maggiori volumi ed elevata marginalità, quali quello francese ed inglese.