Niente ripresa per l’edilizia: l’osservatorio dell’Ance le previsioni per il 2015 sono di un ulteriore calo del 2,4% del mercato. L’Ance snocciola numeri da emergenza. Nel terzo trimestre del 2014, secondo l’associazione confindustriale, gli investimenti sono diminuiti del 4%, peggio rispetto a -3,1% di aprile-giugno e a -2,3% dei primi tre mesi dell’anno. L’Ance fa il punto anche sugli ultimi anni: dal 2008 la crisi ha tagliato del 32% gli investimenti (64 miliardi di euro) e nel terzo trimestre di quest’anno l’edilizia ha perso altri 60mila occupati, che porta a 800mila i posti persi, con 16mila fallimenti di imprese. Le costruzioni restano l’unico settore economico ancora con un segno negativo. Da quando è cominciata la crisi i posti di lavoro persi sono 800mila e quasi 16mila le imprese fallite tra il 2009 e il 2014. Secondo il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, non ci sono neppure le condizioni per la ripresa. Con una eccezione: la riqualificazione delle abitazioni esistenti, che dal 2008 a oggi ha visto un aumento del 20,9% in termini reali, grazie ai bonus sulla casa. Al contrario le nuove costruzioni hanno visto una flessione del 65,6%. Dal 2008 a oggi gli investimenti in case si sono ridotti del 29,7%. Stesso discorso per uffici e capannoni, sfavoriti dalla crisi generale dell’economia.
Infine, le politiche di risanamento penalizzano gli investimenti pubblici: anche per il 2015 diminuiranno le risorse per le opere, con una diminuzione dell’11%. Dal 1990 «le spese correnti sono aumentate del 34%, mentre quelle per nuove infrastrutture sono crollate del 66%», fa notare l’Ance. Resta, inoltre, il peso delle tasse, anche se il mercato immobiliare sembra svegliarsi dal torpore, con compravendite in aumento del 2,2%.