Sui prezzi degli immobili e, di conseguenza, sul valore delle case, pesa sempre di più la finanza. È la conclusione a cui è giunta Scenari Immobiliari, nella sua relazione semestrale. Il valore complessivo degli investimenti degli strumenti dedicati ai mercati immobiliari nel mondo, misurato a giugno 2014, è infatti salito a 2mila miliardi di euro di patrimonio. Di questo capitale, 750 miliardi di euro si riferiscono a fondi e veicoli europei, si cui 57 miliardi di patrimonio in Italia. Il calcolo comprende fondi quotati, fondi riservati agli investitori istituzionali, Siiq e società immobiliari quotate in Borsa, dei fondi e dei Reits (real estate investment funds) o delle Sicaf in Francia. Secondo la società di ricerche presieduta da Mario Breglia, questi strumenti finanziari hanno sempre più peso nelle economie europee: dieci anni fa la percentuale era del 15%, oggi è più del doppio. Tra i paesi con maggiore rilevanza di strumenti finanziari immobiliari ci sono la Francia (75%), Olanda e Italia (32%). La media europea è del 34%. Ma ci sono anche molte ombre: i fondi immobiliari italiani sono nati agli inizi degli anni Duemila. A quasi 15 anni di distanza, dei 26 fondi retail oggi operativi in Italia, secondo l’analisi di Scenari Immobiliari, solo otto hanno distribuito dividendi nel 2014 e, andando a esaminare il rapporto tra i dividendi distribuiti e il valore della quota sottoscritta dai risparmiatori, si nota che tale yield (rendimento dato dai dividendi rispetto al prezzo delle quote) è dell’1,3% al giugno 2014 per i fondi specializzati in uffici, contro il 3% negli Stati Uniti, e del 2,9% per i fondi misti, contro il 4,2% degli Stati Uniti.