La proprietà immobiliare in Italia fa i conti con le «pantere grigie». L’Italia è uno dei Paesi con la popolazione più anziana del mondo, e anche le nostre case lo dimostrano: il 36,6% delle abitazioni del nostro Paese (11,6 milioni di unità immobiliari) ha più di 40 anni di vita, con picchi del 42% in alcune grandi città. Il dato emerge dall’ultima indagine dell’Ufficio Studi di Immobiliare.it, che ha evidenziato la crescita progressiva del numero di abitazioni che necessitano di interventi di manutenzione. L’età avanzata del patrimonio lo rende, oltre che obsoleto, anche particolarmente energivoro: un immobile che supera i 30 anni di età consuma in un anno, mediamente, dai 180 ai 200 Kwh/mq. Un fabbisogno enorme se si considera che un’abitazione in classe B, standard minimo per le nuove costruzioni, arriva a consumare in media tra i 30 e i 40 Kwh/mq all’anno. Al Sud si registra il patrimonio immobiliare più datato: Basilicata, Sicilia, Campania e Abruzzo sono le regioni in cui è più alta la percentuale di abitazioni con oltre 40 anni di età. Le percentuali più basse si registrano in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige.
Effettuare lavori di ristrutturazione permetterebbe di evitare la svalutazione degli immobili: gli immobili ultra-quarantenni non ristrutturati hanno un prezzo al metro quadro mediamente inferiore del 25% rispetto ad abitazioni realizzate a partire dal 2000.