Il governo punta a investire per non solo i 2 miliardi e 300 milioni già previsti per affrontare l’emergenza del dissesto del territorio italiano, ma anche 1 miliardo all’anno per i prossimi 6 anni per portare a compimento i 4mila interventi necessari ad affrontare immediatamente i rischi esistenti. Lo ha annunciato Erasmo D’Angelis, capo della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico della presidenza del Consiglio al Saie. Davanti a una platea di geologi De Angelis ha ricordato che se queste professionalità fossero state utilizzate in modo diffuso, «un geologo per ogni comune, avremmo risparmiato l’enorme spesa pubblica utilizzata per affrontare la post emergenza, circa 3 miliardi e mezzo all’anno».
Sempre al Saie, dibattito sullo Sblocca Italia: «Basta con questa austerità imposta dall’Ue, l’Italia ha bisogno di spendere per sopperire alla propria arretratezza infrastrutturale e manutentoria», ha polemizzato Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance. «Ci vuole un Piano nazionale sul dissesto idrogeologico e sulla sicurezza, uno per la riqualificazione degli edifici scolastici e uno solo per le Infrastrutture».
Il sistema di gestione degli appalti pubblici e lo snellimento delle procedure sono stati al centro del Forum del pomeriggio, al quale ha partecipato il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini. «Una cura dimagrante che porterà il nuovo Codice degli appalti a circa un terzo dell’attuale. Un ridimensionamento nella logica di facilitare la comprensione e l’interpretazione, in pieno stile anglosassone a cui accompagnare alcune modifiche sostanziali al sistema di aggiudicazione», ha spiegato.