Architetti provenienti da oltre 20 paesi nel mondo hanno partecipato a New Vision of the Loft 3, concorso internazionale di design quest’anno dedicato al tema “Atelier for the Future – New Space for New Visions”. Organizzato dal Gruppo Fakro, in collaborazione con A10 Magazine for European Architechture, il concorso ha visto la partecipazione di 60 progetti.
Gli architetti sono stati chiamati a progettare un atelier, uno spazio di lavoro funzionale ed innovativo, capace di stimolare visioni creative e garantire le condizioni ideali perché artisti e architetti possano finalizzare al meglio le loro idee. All’interno dello spazio i partecipanti hanno dovuto inoltre inserire almeno tre prodotti Fakro.
A valutare le proposte una giuria internazionale con la partecipazione di Indira van’t Klooster, direttore di A10, Ethel Baraona Pohl, critico di architettura, e Sabina Sujew, Master di Belle Arti, Fakro export manager. “Dopo una difficile selezione, abbiamo premiato il progetto più fattibile, in quanto realizzabile in qualsiasi posto del mondo in cui ci siano garage. I progetti che abbiamo valutato mostrano che gli architetti, uscendo dalle soluzioni architettoniche standard, iniziano a prestare grande attenzione agli aspetti sociali”, ha affermato Sabina Sujew.
Il vincitore del New Vision of the Loft 3 è “Venus of Garage” di Katarzyna Furgalińska and Michał Lisiński (Polonia).
Al secondo posto “The Florizel building” di Aristide Antonas-Antonakakis (Grecia), mentre al terzo posto si classifica il team di architetti italiani Fabio Damiani, Daniele Cremaschi, Marco Quistini, Silvia Pezzetti con il progetto “Light Box”.
“Light Box si pone come obiettivo la rivalutazione di piattaforme petrolifere dismesse – spiega Fabio Damiani – da strutture inquinanti ad innovativi spazi dedicati all’arte e alla cultura, promotori di incontri in cui la creatività diventa protagonista. Fulcro del progetto – ha proseguito l’architetto – è il volume emerso “the Light Box” la cui forma si ispira all’ipercubo. La copertura completamente vetrata, composta da differenti moduli Fakro apribili, fissi e a balconcino, assicura un grande apporto di luce naturale all’interno del volume contribuendo a innalzare il livello di benessere nello spazio degli ateliers e favorendo, insieme alla disposizione spaziale delle aree espositive e delle passerelle, il dialogo tra i creativi. Ogni modulo può essere completamente oscurato così da garantire a tutti gli orari della giornata di poter disporre della luce necessaria e consentire ogni sorta di performance artistica. Il contatto diretto con il cielo infine contribuisce a dare vita a un microcosmo etereo contaminato/animato esclusivamente dalla creatività di chi questo spazio lo vive, plasmandolo.”
La giuria ha segnalato inoltre i progetti: “An Underground Atelier” (Colombia); “ARTERIER” (Polonia); “Inspirational Workspace Unit” (Germania); “SOLITUDE – a place that doesn’t exist” (Polonia).