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Un grande successo per il Convegno YouTrade Sud

Non c’è stato bisogno di un caffè a metà mattinata. Perché il Secondo Convegno YouTrade Sud, organizzato a Lamezia Terme da Virginia Gambino Editore, ha incollato alla sedia i partecipanti (oltre 370 gli iscritti all’evento), che hanno seguito uno dietro l’altro gli interventi dei relatori. Tante informazioni, tanti dati, tante analisi dedicate ai distributori che operano nelle regioni del Meridione e che si trovano oggi nel mezzo di una mutazione genetica della loro attività, sempre più ibridata con la digitalizzazione e i servizi ai clienti. Quale strategia adottare? Quali investimenti programmare? Quanta formazione è necessaria? 

Una prima risposta è stata, implicitamente, descritta da due ospiti che operano nella distribuzione a 2.318 chilometri di distanza dalla Calabria, se si considera la capitale della Polonia, Varsavia. Dal grande Paese che si affaccia sul Mar Baltico sono arrivati Stanisław Gzik e Mirosław Gzik, proprietari di Transpal, multipoint europeo che in pochi anni è cresciuto tanto da aprire punti vendita anche in Gran Bretagna. Una storia che, grazie alla traduzione simultanea, è stata seguita con interesse e molta curiosità dal pubblico presente. Dopo la testimonianza dei distributori polacchi, il convegno ha seguito l’agenda in programma, con l’analisi sulla congiuntura economica e del settore costruzioni, il punto sul management della conoscenza e dell’innovazione, le opportunità offerte dalla Zona economica speciale e le strategie necessarie per navigare attraverso i mari della digitalizzazione e della transizione green. Senza dimenticare l’istant poll, che ha tastato il polso dei presenti sui temi caldi della giornata. 

Nel pomeriggio, il Secondo Convegno YouTrade Sud si è concentrato, invece, sul rapporto dei distributori con i propri clienti. Prima con un focus sugli strumenti di marketing e customer relationship e poi con due talk centrati anche sulla relazione, non sempre ottimale, tra rivenditori e produttori. Infine, in anteprima, l’evento si è chiuso con un’analisi sulle classifiche dei distributori del Sud curato dal Centro Studi YouTrade. Insomma, un grande successo sia per la partecipazione, sia per la ricca offerta informativa. Senza dimenticare un momento più rilassante: la cena organizzata la sera precedente l’evento, con la consegna degli YouTrade Awards. Cronaca, relazioni, dati, grafici e tante immagini dell’evento saranno pubblicate sul prossimo numero di YouTrade. 

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Hörmann a Intralogistica 2025 con chiusure per l’industria e la logistica

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Hörmann partecipa a Intralogistica 2025 (Fieramilano Rho, dal 27 al 30 maggio) con le sue soluzioni più efficienti, sicure e sostenibili, per gli ambienti industriali e il comparto logistico (stand K28 L29, Padiglione 10).

«La partecipazione a Intralogistica Italia rappresenta per noi un’occasione strategica per mostrare a un pubblico internazionale la qualità, il grado elevato di innovazione e la versatilità delle nostre soluzioni, una gamma integrata sviluppata per rispondere alle esigenze più complesse del settore e per rendere più efficienti, sicuri e sostenibili gli ambienti industriali del presente e del futuro», afferma Chiara Covi, Responsabile Marketing di Hörmann Italia.

Alla manifestazione l’azienda esporrà un’ampia gamma di soluzioni studiate per ottimizzare i flussi, l’efficienza energetica e la sicurezza nelle aree produttive e logistiche: dalle porte a scorrimento rapido ai portoni sezionali industriali, dalle porte va e vieni ai sistemi di carico-scarico.

Tra i prodotti, spicca la pedana di carico a spondina telescopica HTL2 ISO ad alta coibentazione termica che, in combinazione con un portone sezionale appositamente adattato, garantisce performance energetiche del 55% superiori ai modelli con spondina telescopica non isolati, assicurando così un minor impatto ambientale e notevoli vantaggi in termini di riduzione dei costi.

Soluzione ideale soprattutto per edifici in cui i punti di carico-scarico siano utilizzati in maniera importante (anche otto o nove ore al giorno), HTL2 ISO è dotata di pannelli isolanti mobili da 50 millimetri di spessore, applicati sotto la piattaforma e il labbro di avanzamento, quasi alla stessa altezza del punto di isolamento del pavimento del capannone.

Tecnologia brevettata dall’azienda, questa pedana riduce le dispersioni energetiche attraverso il corpo di fabbrica e garantisce dunque già in posizione di riposo un isolamento termico efficiente. Quando il labbro di avanzamento si aziona, spingendosi verso l’esterno, viene poi trainato un pannello isolante, che permette di minimizzare le dispersioni energetiche anche durante le operazioni di carico-scarico.

Il modello HTL2 ISO è disponibile anche in combinazione con il sistema DOBO (docking before opening) di Hörmann. Grazie a tale tecnologia, l’autocarro può attraccare al punto di carico-scarico a porte chiuse e aprirle solo dopo che il portone sezionale è stato sollevato per il carico o lo scarico. Ciò riduce ulteriormente lo scambio di temperatura e garantisce il mantenimento della catena del freddo.

Imer Taurus 700 Electric, il minidumper elettrico, efficiente e versatile

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Elettrico, efficiente e versatile. È il nuovo Taurus 700 Electric di Imer, minidumper con carico operativo 700 chilogrammi, studiato per movimentare materiale all’interno di luoghi chiusi e in ambienti poco ventilati dove si rende indispensabile lavorare senza gas, fumi e rumori.

Oltre alla massima affidabilità e al rispetto per l’ambiente, Taurus 700 Electric garantisce una riduzione dei costi di gestione, un basso livello di rumore e vibrazioni, e zero emissioni.

La macchina è dotata di tre pacchi batterie litio intercambiabili e smontabili, che ne aumentano l’autonomia. Grazie al circuito di riscaldamento interno, le batterie garantiscono piena operatività anche a temperature molto basse.

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Il minidumper opera con tre velocità elettriche e due velocità idrauliche, selezionabili in base al tipo di lavoro da svolgere. Il display sulla console permette di controllare la percentuale di carica delle batterie e i parametri principali della macchina.

La funzione di minimo automatico, disattivabile all’occorrenza, diminuisce i giri del motore nelle condizioni di stallo o di basso carico per ridurre il consumo delle batterie.

In versione elettrica è disponibile anche il modello Taurus 500 con carico operativo da 500 chilogrammi.

di Sara Giusti

Le superfici Dekton by Cosentino ridefiniscono i confini tra design e funzionalità​

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Enchanted Transitions by Cesar Giraldo ph Barbara Francoli

Le superfici Dekton by Cosentino sono state protagoniste al Fuorisalone 2025 nell’ambito del progetto espositivo Next Place Hotel dedicato all’hospitality e curato da Giulio Cappellini.

Nel dettaglio Cosentino ha collaborato con il designer americano César Giraldo all’installazione «Enchanted Transition» per ridefinire i confini tra design e funzionalità​ nel progetto di ambienti bagno e wellness.

Le superfici Cosentino si combinano con elementi di Grohe SPA, Hering Berlin, Vetsak e Imperfettolab, dando vita a un percorso sensoriale che invita alla scoperta e all’interazione.

L’installazione pone Dekton al centro della narrazione. I toni tenui e minerali di Dekton Albarium e la profondità audace e tattile di Dekton Kelya avvolgono l’ambiente con applicazioni a pavimento e a parete in un total look fluido e sofisticato.

Le superfici Cosentino vengono plasmate da César per creare una vasca da bagno scultorea ed eleganti lavabi freestanding integrati nel piano in soluzione di continuità e utilizzate per rifinire le rubinetterie con un sottile top decorativo​ su misura. 

Non solo pavimenti in legno per Woodco, che prepara numerose novità

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Pavimento Flow 55 XL, decoro Elbrus

Dopo un 2024 chiuso con risultati solidi e in crescita, Woodco si prepara a mantenere il posizionamento nel mercato dei pavimenti in legno, ma anche ad ampliare l’offerta esplorando settori complementari, con un’attenzione particolare alla diversificazione e all’innovazione.

Tra i principali driver di sviluppo, infatti, spicca la collezione di pavimenti in polvere di pietra Flow, che ha registrato un incremento del +184% rispetto al 2023.

«Il 2025 rappresenta per noi una fase importante nel percorso di sviluppo strategico poiché presenteremo diverse novità destinate a dare ulteriore slancio alla nostra offerta. Il nostro obiettivo primario è, da sempre, rispondere alle esigenze del pubblico con proposte attente alla qualità dei materiali, al benessere abitativo e al design contemporaneo», afferma Gian Luca Vialardi, Direttore Generale Woodco.

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Gian Luca Vialardi, Direttore Generale Woodco

Per questo potenzieremo le nostre collezioni di parquet con nuove proposte dal fascino molto vissuto, ma non solo: rinnoveremo la collezione di rivestimenti per l’outdoor sia dal punto di vista estetico che tecnologico e amplieremo ulteriormente la gamma di pavimenti in polvere di pietra Flow, che ci ha dato e ci sta tuttora dando grandissime soddisfazioni a livello commerciale.

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Parquet Woodco in Rovere Naturale, formato Arrow

A rafforzare ulteriormente la nostra offerta c’è anche il rinnovo della storica partnership con BerryAlloc, leader europeo nei pavimenti ad alta pressione e nei pavimenti resistenti all’acqua. Anche su questo fronte, complementare ai parquet e i pavimenti in polvere di pietra, presenteremo delle importanti novità, con tecnologie e colorazioni specificatamente studiate per il mercato italiano, particolarmente attento al design e alle finiture».

Significativi passi avanti sono stati fatti anche sul fronte della sostenibilità: nel 2024 Woodco ha ottenuto importanti certificazioni internazionali, che attestano l’impegno dell’azienda sul fronte della tutela dell’ambiente e della riduzione dell’impatto delle attività produttive, sul fronte della salute e della sicurezza sul lavoro e sul fronte del controllo dei processi di produzione e di erogazione dei servizi.

Promatect-100X, la lastra ad alta sostenibilità per la protezione passiva dal fuoco

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Progettata per la compartimentazione all’interno degli edifici, la lastra Promatect-100X di Promat assicura elevate prestazioni di protezione passiva dal fuoco rispettando al contempo rigorosi criteri di sostenibilità edilizia.

Promatect-100X è a base di silicati e solfati a matrice minerale ingegnerizzata Promax con nucleo addensato e fibrorinforzato tramite additivi funzionali. La lastra presenta una superficie estremamente liscia su entrambe le facce grazie 
a uno speciale rivestimento di fibre di vetro di colore blu. I bordi trasversali sono dritti, mentre quelli longitudinali sono dritti o assottigliati rispettivamente per lastre di spessore 20 e 12 millimetri.
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Promatect-100X è l’unico prodotto per la protezione passiva antincendio ad avere ottenuto:
  • la certificazione per il contenuto di riciclato e sottoprodotto, pari al 13%, totalmente conforme al requisito del decreto CAM per lastre non in cartongesso;
  • la certificazione Cradle to Cradle Certified V4.0 livello Bronze, decisiva per i crediti sui materiali nei protocolli di sostenibilità.

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La lastra è inoltre dotata della Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) verificata e certificata; della certificazione Indoor Air Comfort Gold di Eurofins per le ridottissime emissioni VOC (composti chimici volatili); della conformità ai criteri di vaglio tecnico della Tassonomia Europea e per il principio DNSH.

Gyproc 4Pro, l’innovativa lastra Saint-Gobain per una finitura perfettamente liscia

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Saint-Gobain Italia presenta Gyproc 4Pro, un’innovativa lastra in gesso rivestito prodotta in Italia, che porta a un livello superiore facilità di utilizzo, versatilità e affidabilità, garantendo una qualità di finitura a prova dei più sofisticati sistemi di illuminotecnica a luce radente. La nuova lastra si inserisce all’interno dell’ampia gamma di prodotti Saint-Gobain Italia a marchio Gyproc, che annovera anche intonaci e finiture a base gesso.

Le soluzioni con Gyproc 4Pro sono ideali sia per la nuova edilizia sia per le ristrutturazioni, grazie alle proprietà di isolamento acustico, di resistenza al fuoco e ai vantaggi applicativi.

Ciò che distingue Gyproc 4Pro è l’innovazione costituita dai quattro bordi assottigliati. Nel raffronto con le tradizionali lastre, la presenza del ribassamento anche sui bordi trasversali evidenzia importanti vantaggi pratici ed estetici.

Nella preparazione dei giunti, i bordi longitudinali e trasversali assottigliati di Gyproc 4Pro sono già pronti ad accogliere lo stucco, senza richiedere operazioni preliminari quali la svasatura. Inoltre, il riempimento del giunto e l’applicazione del nastro di armatura risultano agevoli e veloci, non necessitando di aggiunte di materiale.

Anche la copertura del nastro di armatura diviene un’operazione semplice e rapida perché la planarità del giunto può essere ottenuta già in prima mano, senza i tempi di attesa dovuti alla necessità di applicare più mani di stucco allargando il giunto.
Una finitura totale perfettamente liscia è raggiungibile senza dover intervenire con ulteriori mani di stucco, con un risparmio fino al 15% nel consumo di materiale.

In virtù di queste caratteristiche, Gyproc 4Pro si propone come soluzione intelligente ed evoluta per applicazioni a controsoffitto, pareti divisorie e contropareti, assicurando installazioni veloci, particolarmente resistenti alla cavillatura e con finiture a regola d’arte.

Oltre al grande vantaggio applicativo e all’aspetto estetico di qualità, Gyproc 4Pro completa le soluzioni in cui è utilizzata fornendo ottime prestazioni di isolamento acustico e resistenza al fuoco.

Gyproc 4Pro e gli altri prodotti a marchio Gyproc contribuiscono all’impegno del Gruppo Saint-Gobain a conseguire la neutralità carbonica entro il 2050. Il gesso che costituisce la materia prima delle lastre, infatti, è costituito da roccia estratta da giacimenti esenti da composti nocivi. Durante il processo di trasformazione viene emesso in atmosfera unicamente vapore acqueo e il prodotto finito è privo di emissioni per tutto il suo ciclo di vita.

Assodimi: il noleggio, nuova opportunità di business per le rivendite di edilizia

Assodimi

Dopo un triennio boom anche nel 2024 il settore del noleggio ha messo a segno +6,8%. E sono molti i distributori che intraprendono questa nuova attività. Ma attenzione ai requisiti necessari.

Nuova opportunità di business per i rivenditori di materiali per edilizia: il noleggio si prefigura come un’attività altamente finanziaria e analitica, che ha bisogno di personale specializzato, strumenti informatici ad hoc e regole diverse da quelle che guidano le attività di vendita.

Assodimi Assonolo, l’associazione dei distributori e noleggiatori di beni strumentali, dal 1992 aiuta le imprese a inserirsi in questo settore in maniera professionale e nel rispetto delle normative vigenti.

Il direttore, Marco Prosperi, e il segretario dell’associazione, Lorenzo Moretti, illustrano a YouTrade le opportunità offerte e le prospettive per il futuro.

Com’è andato il 2024 per il mondo del noleggio?

Lorenzo Moretti. Anche nel 2024 l’intero comparto del noleggio di beni strumentali ha registrato un’espansione tale da superare i 3 miliardi come volume di affari.

Il comparto è cresciuto del 6,8%, ma è interessante notare che il noleggio italiano arriva da un triennio in cui ha registrato un incremento di +20,9%, +18,3% e +11,8%.

Nel periodo vi sono stati fattori che hanno spinto il noleggio, come superbonus e Pnrr, ma anche forti incentivi alla vendita (in particolare nelle regioni del Sud) che hanno rappresentato un vero e proprio competitor.

A dimostrare quanto il noleggio sia una pratica ormai diventata comune tra le aziende è la spesa media pro-capite, che nel 2024 si è attestata sui 53 euro. Va sottolineato che questo indice nel 2006 si attestava sui 23 euro.

Quali sono i macchinari che sono cresciuti di più? Quali di meno?

Marco Prosperi. Il noleggio è cresciuto in tutte le sue sfaccettature: macchine, servizi, consulenza… I settori che hanno avuto le performance migliori sono stati quelli del movimento terra, pesante grazie alla forza del Pnrr, e il mondo del sollevamento, diventato maturo con i clienti che vedono nel noleggio la principale fonte di approvvigionamento.

Da notare una forte crescita del settore dei sollevatori telescopici, grazie a due importanti fattori: un aumento dell’offerta diversificata e logisticamente bilanciata nel Paese, e di conseguenza l’attivazione di una richiesta latente mai completamente partita nei vari settori merceologici.

Come si è aperto il 2025 e quali sono le principali sfide che il settore deve affrontare nel prossimo futuro?

Lorenzo Moretti. È ancora presto per dare qualche giudizio in quanto il primo mese dell’anno è sempre po’ fiacco: i giorni di riposo e il maltempo spesso mettono in pausa alcuni cantieri. Il sentiment è in raffreddamento rispetto al periodo precedente, con una maggiore attenzione alle tempistiche di pagamento.

Quali opportunità si aprono per il mondo del noleggio con il Pnrr?

Marco Prosperi. Il Pnrr ha permesso sia di mantenere alti alcuni ambiti lavorativi che stavano diminuendo a causa della modifica al superbonus 110%, sia di implementare il lavoro di macchine di alta potenza, come il settore del movimento terra superiore agli 80 quintali.

Il Pnrr non ha ancora esaurito la propria forza, anche se molti cantieri sono già partiti, quindi anche per il 2025 e il 2026 la richiesta di macchine continuerà. A questo si sommano i cantieri del Giubileo a Roma e delle Olimpiadi invernali nel Nord-Est.

Dopo un lavoro durato quattro anni, Assodimi ha firmato il contratto nazionale di lavoro del settore: con quali obiettivi?

Lorenzo Moretti. Il contratto nazionale dei distributori e noleggiatori rappresenta un grande risultato per Assodimi, così come per tutto il settore. Questo nuovo contratto permette alle aziende di noleggio e distribuzione di avere uno strumento flessibile e innovativo che possa identificare quali figure operano in un centro noleggio e quali sono le loro attività, rappresentando così anche un ulteriore passo avanti verso il riconoscimento del settore.

Quali opportunità il contratto nazionale di lavoro apre alle aziende di noleggio e distribuzione?

Lorenzo Moretti. Auspichiamo che il maggior numero possibile di aziende voglia adottare come riferimento questo contratto, perché porterebbe maggior valore alle imprese stesse.

Nel nostro Paese manca ancora una forte cultura del noleggio e questo strumento può rappresentare un elemento in più per diffonderla. Mettere nero su bianco quali sono le figure di un centro noleggio e quali sono le rispettive attività è fondamentale anche in termini di valorizzazione del personale impiegato nel settore.

Il noleggio italiano è alla continua ricerca di nuove risorse per continuare a crescere, questo contratto può dare supporto alle aziende per essere più appetibili e conosciute.

Il noleggio è un’attività altamente finanziaria e analitica. Quali sono i requisiti che un’azienda deve avere per operare con successo in questo mondo?

Marco Prosperi. Il noleggio deve essere gestito da processi e regole diverse dalla pura commercializzazione. La prima domanda che un imprenditore dovrebbe porsi è: «Quale scopo ha il noleggio per la mia azienda»? Il puro prestito potrebbe infatti dare più fastidio che aiuto.

Se la risposta è la creazione di valore, aggiuntivo a quello che la propria realtà sta già creando, allora uno dei primi requisiti è l’identificazione di persone a cui venga data la libertà organizzativa del centro noleggio (comunicazione, processi, contatto con il cliente, parco macchine), a cui si dovrà necessariamente collegare un piano di investimenti che daranno frutti dopo un primo periodo di assestamento organizzativo e comunicativo.

Dopo aver definito l’unità di business del noleggio, l’ulteriore domanda da porsi è capire che cosa può servire ai propri clienti e/o ai nuovi utenti che si vogliono servire, indipendentemente da quello che si è venduto fino a quel momento.

Si può noleggiare di tutto, ma al contempo il noleggio è un servizio che facilmente dovrà vivere dentro l’attività prevalente. Questi equilibri sono importanti e alla lunga tutte le unità di business godranno dell’apporto del noleggio professionale.

In questo settore la raccolta dei dati ha un’importanza strategica. Come siamo messi in Italia e quali strumenti sono a disposizione delle aziende per ovviare a questa necessità?

Marco Prosperi. Il noleggio professionale non può essere gestito di pancia, come spesso viene fatta la vendita, sia perché è un settore abbastanza burocratico per permettere di aumentare la tutela dei proprietari dei beni noleggiati, sia perché l’alto numero dei dati creati (movimentazione macchine, contratti, clienti, preventivo) sono gli unici strumenti per capire l’andamento del settore. Il puro margine è quasi impossibile da anticipare.

Nell’era dell’Iot, avere tutti questi dati senza leggerli e interpretarli sarebbe sbagliato. Il noleggio deve essere gestito da strumenti informatici ad hoc che permettano sia la mera compilazione della modulistica, sia la gestione degli scadenzari, dei registri di controllo e delle manutenzioni, il controllo delle tariffe e di conseguenza avere reportistiche e pannelli di controllo che in tempo reale facciano capire come l’attività sta evolvendo.

In Italia esistono molte soluzioni che forniscono strumenti specialistici: in Assodimi abbiamo varie aziende di software che periodicamente si confrontano con i noleggiatori e frequentano corsi noleggio per essere sempre aggiornati.

Quanti rivenditori di materiali edili sono anche soci Assodimi?

Lorenzo Moretti. Tra i soci Assodimi ci sono diverse rivendite di materiali edili che hanno deciso di inserire il noleggio tra le proprie attività, così come ce ne sono tante altre che stanno iniziando a sondare il terreno relativamente al noleggio poiché hanno compreso che può essere una valida soluzione per il cliente.

Che tipo di risultati stanno ottenendo nella loro attività di noleggio?

Marco Prosperi. Dobbiamo fare una distinzione tra due realtà diverse: le rivendite che hanno inserito il noleggio come servizio accessorio e le rivendite che hanno deciso di spingere e investire nel noleggio.

Le prime hanno messo a disposizione del proprio cliente una soluzione comoda per avere attrezzature professionali, magari utili per lavorare con i materiali edili acquistati. Le rivendite che, invece, hanno spinto sul noleggio, credendo nelle sue potenzialità nel lungo periodo, stanno arrivando a creare una vera e propria business unit all’interno dell’azienda.

Questo, oltre a essere più remunerativo e permettere quindi di crescere in maniera più veloce, consente all’azienda di noleggio (perché come tale va considerata) di rivolgersi a un più ampio ventaglio di clienti, anche molto diversi dal target che viene servito all’interno della rivendita.

Ciò significa quindi differenziare l’offerta di macchine e attrezzature e attrarre nuovi clienti, svincolando l’azienda dall’essere dipendente dall’andamento di un singolo settore.

Quali sono stati i nodi più difficili che hanno dovuto superare nell’impostazione e gestione di questo servizio?

Marco Prosperi. Togliendo la parte di investimento monetario iniziale, tre sono le principali difficoltà: la comunicazione del noleggio, in quanto l’introduzione di questa nuova unità deve essere fatta capire e digerire ai propri clienti; dare tempo al tempo, in quanto il noleggio per sua natura ha bisogno di stabilizzarsi e far crescere i propri indici di rotazione; terzo aspetto, il più importante, è la creazione di una vera e propria organizzazione noleggio fatta di persone, processi e budget.

Quali consigli si sente di offrire a un rivenditore che vuole aprire un’attività di noleggio professionale?

Marco Prosperi. Prendersi del tempo per organizzare l’attività confrontandosi, se necessario, con Assodimi e altri attori del noleggio.

Non avere paura di fare un passo «di lato», in quanto il noleggio ha regole molto diverse dalla vendita, e quindi è importante mettersi in discussione.

Infine, rispolverare la propria indole da imprenditore innovativo che dovrà costruire con i clienti nuovi equilibri, non basati su vecchie metodologie e consuetudini.

Il noleggio in rivendita può essere gestito a più livelli: quali sono i principali modelli organizzativi e che tipo di ritorno possono garantire?

Marco Prosperi. Se il noleggio viene gestito come unità di business organizzata, si può arrivare a fatturare tra il 25% e il 40% dell’investimento del parco noleggio. La forbice è ampia perché dipende da molti aspetti, come la tipologia di macchine e di clientela.

Non dobbiamo però fermarci solo all’aspetto puro del fatturato, che è sicuramente interessante, ma dobbiamo concentrarci anche sul servizio fornito al cliente che sarà incentivato a tornare periodicamente dal noleggiatore.

Quali sono le macchine irrinunciabili che ogni rivenditore che offre un servizio di noleggio dovrebbe avere in punto vendita?

Lorenzo Moretti. Quando si crea un parco macchine bisogna prima di tutto considerare quali macchinari e attrezzature possono essere utili al cliente della rivendita.

Il cliente tipico di una rivendita edile può sicuramente aver necessità di elettroutensili o altre piccole attrezzature, così come chi acquista materiali quali ghiaia o sabbia può aver bisogno di un miniescavatore.

Se si vuole diventare noleggiatori, però, fermarsi alle macchine di cui hanno bisogno i soli clienti attuali della rivendita sarebbe limitativo. Bisogna capire quali altre attività svolge il cliente per poter inserire attrezzature che potrebbero attrarre anche altre tipologie di clientela.

In questo senso, il noleggiatore deve avere una visione molto aperta del mercato, svincolandosi anche da quello che è sempre stato il proprio target di riferimento come rivendita.

In collaborazione con Cuoa Business School, Assodimi organizza un percorso di alta formazione di general managing per il noleggio: di che cosa si tratta e com’è organizzato il corso?

Lorenzo Moretti. Assodimi ha già organizzato due edizioni del percorso manageriale Business Essential in collaborazione con Cuoa Business School e stiamo pianificando la terza edizione.

La risposta alle prime due edizioni è stata eccellente e riflette la volontà delle aziende di noleggio di voler professionalizzare la propria attività anche dal punto di vista della gestione manageriale.

Il percorso va a toccare quattro macro-argomenti: strategia, economics, marketing e leadership. Le lezioni, che si svolgono presso la sede ad Altavilla Vicentina, sono tenute da professori di alto livello perché lo scopo dell’intero percorso è quello di formare figure estremamente professionali.

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Avete altre iniziative di formazione in programma?

Lorenzo Moretti. Assodimi ha sempre creduto nella professionalità del servizio e nella formazione continua degli operatori del noleggio.

Per questo dal 2025 ha ampliato ancora di più la propria offerta formativa che comprende il Corso Noleggio di Livello 1 e di Livello 2, la Guida Legale al Noleggio e il Corso sulla Vendita del Servizio di Noleggio.

Stiamo però lavorando anche alla creazione di workshop che mirano a fornire skill trasversali come il Public Speaking o la Gestione del tempo.

Quali altri servizi offre Assodimi/Assonolo alle aziende di noleggio?

Lorenzo Moretti. Assodimi offre un grande ventaglio di servizi alle aziende di noleggio, con lo scopo di semplificare il proprio lavoro, rendendolo il più efficace e professionale possibile.

All’interno dell’associazione c’è un Comitato Tecnico, composto da esperti in noleggio, aspetti legali, assicurazioni, sicurezza e formazione, che possono supportare i noleggiatori per qualsiasi dubbio o problematica.

I soci possono accedere a una modulistica sempre aggiornata in base alle normative vigenti, agli studi di mercato, a servizi di scambio informazioni tra noleggiatori e a tutta una serie di convenzioni.

di Veronica Monaco

Cemento e calcestruzzo: scenari tecnologici e sostenibilità nel nuovo volume Airi

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Il nuovo volume «Costruzioni» della collana «Le Innovazioni del Prossimo Futuro» di AIRI (Associazione Italiana per la Ricerca Industriale) è dedicato alle nuove tecnologie e i materiali emergenti della filiera del cemento e del calcestruzzo per realizzare costruzioni sicure e sostenibili.

Curato dall’ insieme a Heidelberg Materials e con la collaborazione dell’Università di Brescia, la pubblicazione si interroga sulle sfide che il settore delle costruzioni si preparano ad affrontare nel corso del prossimo decennio.

Come costruire edifici più performanti e durevoli? Quali sono i criteri da seguire e le tecnologie da utilizzare per operare una scelta consapevole dei materiali, che tenga conto del loro intero ciclo di vita? Come ridurre l’impatto ambientale di un intervento edilizio?

«Se il cemento è un materiale ormai conosciuto e consolidato, è l’innovazione tecnologica a garantire il mantenimento della produttività e della competitività del settore, sia a livello nazionale che europeo. Le tecnologie selezionate nel volume disponibili per le imprese di costruzioni, sono orientate al prossimo futuro e sono raggruppate in base alla caratteristica innovativa identificata come prevalente: l’uso delle risorse naturali, le caratteristiche prestazionali, le tecniche costruttive e le regole progettuali», dichiara Andrea Bairati, Presidente di Airi. 

Cemento e calcestruzzo sono i materiali più utilizzati nel mondo delle costruzioni. Oggi la filiera rappresenta una forza trainante dell’economia nazionale, con un valore della produzione di 13 miliardi di euro, oltre 2.700 aziende e circa 35.000 addetti nei vari comparti.

«È stato evidenziato come il settore possa contribuire alla sostenibilità, ponendo particolare attenzione su materiali e tecnologie aperti allo sviluppo nel prossimo futuro: sviluppo di soluzioni innovative, come la cattura della CO₂ per cementifici o la carbonatazione del calcestruzzo; utilizzo di idrogeno e combustibili alternativi in sostituzione dei fossili; uso di materiali secondari o riciclati per cemento e calcestruzzo; valutazioni ambientali basate su ciclo di vita», afferma Antonio Princigallo, Direzione Tecnologie e Qualità di Heidelberg Materials Italia, che ha curato la stesura del volume.

«Per uno sviluppo sostenibile delle costruzioni è auspicabile un orientamento congiunto di ricerca, normativa e pratiche industriali, a partire da una comprensione profonda delle proprietà del calcestruzzo. La ricerca sperimentale congiunta a nuove modalità progettuali e computazionali potrà consentire di individuare le soluzioni tecnologiche più adatte e calcestruzzi sempre più sostenibili».

«La sfida che il settore delle costruzioni si prepara ad affrontare nel corso del prossimo decennio è una radicale trasformazione in vista di una riduzione degli impatti sull’ambiente, con particolare riferimento all’impronta carbonica e all’uso delle materie prime. La prosecuzione del successo del calcestruzzo armato nel settore delle costruzioni dipenderà dalla sua capacità di adattarsi a questo mutato contesto», è il commento di Giovanni Plizzari, Professore di Tecnica delle Costruzioni all’Università di Brescia.

Il volume sottolinea, inoltre, anche la necessità di preservare la competitività delle imprese di cemento italiane ed europee rispetto alle importazioni da Paesi extra-UE, che presentano standard ambientali più bassi e, di conseguenza, costi inferiori.

Il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti dalla strategia dipende dai recenti sviluppi in politica internazionale e dal superamento di diverse sfide tecnico-normative ed economiche. Queste includono la complessità dei processi autorizzativi, la realizzazione di infrastrutture per l’utilizzo dell’idrogeno e per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio della CO₂, nonché i costi elevati necessari per completare la transizione verso un modello low-carbon.

Il volume è scaricabile gratuitamente (previa registrazione) dal sito Airi (www.airi.it) ed è realizzato con il contributo di Federbeton, Ance, Certimac, Cetma, Enea, Politecnico di Milano, Stress – Scarl, Webuild Innovations.

Nuova tenda parasole esterna per finestre verticali VMB di Fakro

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Le tende parasole esterne risultano strumenti attivi ed efficaci per migliorare il benessere degli spazi interni e l’efficienza termica degli ambienti domestici e professionali.

VMB di Fakro è la nuova tenda parasole esterna, a discesa guidata, progettata per finestre verticali, che coniuga estetica, tecnologia, isolamento termico e possibilità di integrazione con le più moderne tecnologie per la smart home.

Installata all’esterno del serramento, VMB intercetta i raggi solari prima che raggiungano la superficie vetrata, offrendo una protezione fino a otto volte più efficace rispetto a quella garantita dalle tende interne.

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Grazie alla sua elevata capacità schermante, questa soluzione riduce sensibilmente l’accumulo di calore all’interno degli ambienti, diminuendo il consumo di energia richiesta dagli impianti di climatizzazione e migliorando l’efficienza energetica dell’edificio.

VMB limita inoltre la trasmissione delle radiazioni ultraviolette dannose, tutelando così anche gli arredi e regalando un buon comfort visivo.

Il cuore del sistema VMB è rappresentato da uno speciale braccetto che, durante l’apertura, proietta la tenda verso l’esterno formando un tettuccio sopra la parte inferiore della finestra.

Questa configurazione consente l’utilizzo di tessuti a trama molto fitta e bassa trasparenza, capaci di attenuare l’irraggiamento solare garantendo al tempo stesso un apporto ottimale di luce naturale.

Il design di questa tenda consente inoltre una buona visibilità verso l’esterno e facilita l’affaccio, senza compromettere la protezione solare.

Costituita da un tessuto tecnico in vetroresina rivestita in PVC, VMB presenta una speciale traforatura che consente alla luce naturale di filtrare all’interno della stanza, assicurando una distribuzione omogenea.

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Oltre a favorire la luminosità interna, questa soluzione assicura un elevato grado di privacy: dall’esterno, infatti, la visione degli spazi indoor risulta schermata.

Disponibile in versione VMB Solar, alimentata da batteria solare e gestibile tramite radiocomando, la tenda è proposta anche nelle varianti VMB Z-Wave (azionabile mediante radiocomando a distanza grazie all’impiego del sistema wireless a radiofrequenza Z-Wave), VMB WiFi (controllabile da app mobile) e VMB Electro 230 (alimentata dalla rete elettrica 230V e azionabile con interruttore a parete).

Tre sono le modalità di funzionamento della tenda per adattarsi a ogni esigenza abitativa: automatica, semiautomatica e con gestione completa da radiocomando.

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La tenda VMB offre anche ampie possibilità di personalizzazione estetica: cassonetto e profili sono disponibili in quattro colori standard (bianco, grigio, nero, marrone) o, su richiesta, in qualsiasi tonalità RAL.

Anche la selezione dei tessuti è estremamente ricca, con quarantacinque varianti suddivise per livello di trasparenza (0%, 1%, 4%, 10%) e una variegata palette cromatica, per un perfetto coordinamento con ogni progetto architettonico.

Da Wavin una soluzione sostenibile per la gestione delle acque meteoriche

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Wavin Italia presenta Q-Bic Plus LC (Low Carbon), la nuova release ecosostenibile del suo sistema per l’infiltrazione e l’attenuazione delle acque meteoriche, realizzata al 100% in polipropilene riciclato.

Pur mantenendo le peculiarità in termini di completa libertà di progettazione, rapida installazione e accesso totale per le operazioni di ispezione e pulizia, la nuova versione del sistema Wavin Q-Bic Plus riduce le emissioni di CO2 dell’80% rispetto ai serbatoi di laminazione tradizionali e limita l’impatto di ogni progetto sull’ambiente.

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Wavin Q-Bic Plus LC è ideato per gestire in maniera strutturata grandi volumi d’acqua permettendone l’accumulo o l’immissione in fognatura, evitando danni all’infrastruttura pubblica.

Grazie al suo design, che ottimizza gli spazi disponibili e che si adatta a progetti di varie dimensioni e complessità, il sistema si adatta a varie esigenze. Che il progetto richieda un approccio multistrato o configurazioni specifiche come una configurazione rettangolare, a forma di H, o L, il sistema è strutturato per allinearsi a ogni vincolo architettonico.

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Non solo: il sistema offre anche configurazioni a spessore variabile tra 0,6 e 3,6 metri, con tubi e condotti che possono essere facilmente integrati e collegati in qualsiasi punto desiderato. Una caratteristica che si estende anche al posizionamento strategico delle aperture di ispezione, che possono essere situate quasi ovunque, migliorando l’efficienza della manutenzione e l’affidabilità del sistema.

Il sistema sviluppato da Wavin velocizza notevolmente l’installazione, garantendo risparmio di tempo e ottimizzando lo spazio in cantiere. Clip e pin verticali non sono più necessari grazie alla presenza di connettori integrati: la sua funzionalità push-fit permette infatti all’installatore di collegare le unità e gli accessori con un semplice clic non appena entrano in posizione.

Wavin Q-Bic Plus Low Carbon è inoltre facile da maneggiare, grazie alla base molto leggera dei singoli moduli (14 chilogrammi per 432 litri di volume netto), ai bordi arrotondati, alle impugnature dedicate e al lato superiore calpestabile.

Wavin Q-Bic Plus LC offre l’accesso più ampio disponibile sul mercato (fino a 370 millimetri) e canali bi-direzionali per permettere a CCTV e hydrojet di raggiungere il 70% della superficie del serbatoio.

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Il suo design della superficie estremamente piatto garantisce inoltre un’ispezione e una pulizia veloce ed efficace, senza alcun ostacolo.

Wavin Q-Bic Plus Low Carbon è idoneo a un ampio numero di applicazioni, che spaziano dalla manutenzione delle aree residenziali, industriali e commerciali al mantenimento delle aree verdi, passando per le operazioni di prevenzioni di alluvioni e danni da acqua a parcheggi e strade.

Wavin Q-Bic Plus Low Carbon è parte della gamma di soluzioni dedicate alla gestione delle acque meteoriche sviluppate da Wavin, che includono sistemi di drenaggio sifonico, particolarmente adatti per ampie coperture, regolatori di portata per gestire lo scarico della rete fognaria in base alle normative locali, pozzetti e camere di ispezione integrati nelle reti di drenaggio e disoleatori per il trattamento delle acque di prima pioggia provenienti dalle aree di parcheggio.

RDZ Reflair, il nuovo modello per la ventilazione meccanica controllata in anteprima a ISH

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RDZ ha partecipato a ISH di Francoforte presentando in anteprima esclusiva alcune novità di prodotto, tra cui il nuovo modello della macchina per la ventilazione meccanica Reflair.

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Reflair è un’unità di VMC con recuperatore di calore ad alta efficienza, in classe energetica A e studiata per l’installazione a soffitto o parete. Il telaio, realizzato in polipropilene espanso e acciaio, rende l’unità leggera, compatta, maneggevole e molto ben isolata dal punto di vista termico.

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Disponibile in duplice versione, con recuperatore standard oppure entalpico (mod. ERV), questa macchina è caratterizzata da connessioni orientabili e ventilatori girevoli, che semplificano l’installazione e in particolare i collegamenti alla distribuzione. La nuova versione presentata quest’anno aggiunge due ulteriori taglie alla gamma, rispettivamente da 320 mc/h e da 400 mc/h.

Oltre a Reflair, esposta a parete, per offrire una visione dettagliata delle sue caratteristiche innovative, lo stand RDZ ha ospitato nella parte posteriore lunità di trattamento dell’aria UC 360 V1, posizionata strategicamente in un apposito corner.

I deumidificatori della serie RNW sono invece unità pensate per l’abbinamento con gli impianti radianti di raffrescamento a pavimento o a soffitto, progettate per offrire un funzionamento corretto e ottimale dell’intero impianto.

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La nuova versione RNW 200 S e SI presenta alcune sostanziali novità rispetto ai modelli precedenti, pur riconfermandosi la scelta perfetta in termini di prestazioni e affidabilità.

Il nuovo modulo di deumidificazione DWF250, progettato per l’abbinamento in controsoffitto a un’unità di ventilazione meccanica controllata con adeguata portata d’aria, è stato aggiornato per essere più sostenibile, grazie all’impiego del gas R290, e per facilitare ulteriormente l’installazione e la manutenzione.

«Quest’anno, alla Fiera di Francoforte, abbiamo percepito un’atmosfera completamente diversa rispetto al 2023. La posizione del nostro stand, collocato in un punto particolarmente strategico e al centro di importanti flussi di visitatori, ha giocato un ruolo fondamentale.

Questo, insieme alle numerose innovazioni di prodotto e al forte interesse del pubblico per il mondo della ventilazione, ci ha portato risultati e una mole di contatti davvero significativi.

Sicuramente ha fatto la differenza anche l’allestimento dello stand, che si è rivelato una scelta vincente: più spazio per le persone, una disposizione funzionale dei prodotti, un ambiente fresco e in movimento.

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Adesso è il momento di consolidare e di tessere importanti relazioni con i tanti potenziali clienti che sono passati da ISH, fiera che consideriamo non come una destinazione ma come un fondamentale punto di partenza», ha affermato Luca Buiatti, Sales & Marketing Director di RDZ.

Centro Formazione e Ricerca Merlo: fare training? È sempre più un investimento

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La formazione rappresenta il cuore pulsante di un approccio lungimirante e proattivo, in cui si sceglie di investire nelle persone e nel loro contributo alla crescita aziendale e sociale, trasformando competenza e qualità in un vantaggio competitivo duraturo. Esempio concreto di questa filosofia è il Centro Formazione e Ricerca Merlo, un punto di riferimento per l’addestramento operativo e la sicurezza.

Con i suoi 50 mila metri quadrati di aree dedicate alle esercitazioni pratiche e i 900 metri quadrati di aule e laboratori, e grazie ai suoi istruttori altamente qualificati, il centro forma migliaia di professionisti ogni anno, offrendo corsi su svariate tipologie di macchinari, dalle macchine operatrici ai trattori agricoli, dalle gru ai mezzi da cantiere.

Ogni percorso si conclude con un attestato professionale «che rappresenta molto più di un obbligo burocratico, ma è il segno tangibile di una formazione di alta qualità», afferma il direttore Paolo Peretti.

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Paolo Peretti

«La formazione è fondamentale per accrescere le competenze, garantire la sicurezza e promuovere l’innovazione. Attraverso un percorso formativo continuo e di qualità è possibile costruire la fiducia dei clienti e affrontare con efficacia le sfide professionali. Perché la formazione non solo sviluppa le abilità tecniche, ma favorisce la specializzazione e potenzia la capacità di proporre soluzioni di qualità e di adattarsi ai contesti di mercato che cambiano e alle tecnologie in evoluzione. Solo così si può guardare al futuro con fiducia».

Nel corso dell’ultimo anno avete attivato nuovi corsi di formazione?

Negli anni la nostra offerta formativa si è progressivamente ampliata, includendo corsi su macchine da cantiere, agricole e forestali, mezzi per l’igiene urbana e la manutenzione del verde, sistemi di sollevamento, macchine speciali e sgombraneve.

Questo continuo aggiornamento ci ha permesso di rispondere alle esigenze sempre più diversificate del mercato. Recentemente abbiamo introdotto un corso dedicato agli addetti all’imbragatura di carichi, una figura professionale fondamentale per garantire la sicurezza nelle operazioni di movimentazione.

Può sembrare un tema di secondaria importanza, ma le statistiche dimostrano il contrario: molti incidenti sul lavoro, soprattutto durante l’uso di ganci di sollevamento, sono causati da errori nell’imbragatura. La caduta di un carico rappresenta non solo un grave rischio per la sicurezza delle persone, ma può anche comportare danni alle attrezzature e ritardi nelle operazioni.

Queste attività, tanto delicate quanto cruciali, devono essere affidate a professionisti adeguatamente formati e competenti. Con questo nuovo corso puntiamo a ridurre il rischio di incidenti e a promuovere una cultura della sicurezza, integrandola profondamente nelle pratiche quotidiane delle aziende del settore.

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Operatori durante il corso di formazione per l’imbragatura dei carichi

Quanti sono stati i partecipanti ai vostri corsi nel 2024?

Le nostre strutture (aule, laboratori e aree esterne di addestramento) sono rimaste operative per tutto l’anno. Nel 2024 abbiamo formato 2391 partecipanti, suddivisi in gruppi con una media di cinque persone per sessione.

Abbiamo scelto di mantenere i gruppi ristretti, accogliendo partecipanti da tutta Italia e anche dall’estero, per garantire un apprendimento efficace e un dialogo diretto e costruttivo con i nostri docenti e istruttori.

La carenza di manodopera specializzata è ancora un problema?

Sì, è un problema trasversale che colpisce tutti i settori, le specializzazioni e i contesti geografici.

Da un lato cresce la domanda di profili qualificati, ma dall’altro si assiste a un aumento di manodopera generica, spesso priva delle competenze necessarie. A nostro avviso, l’unica soluzione praticabile consiste nell’implementare programmi di formazione e inserimento lavorativo seri e strutturati. Questi devono puntare a far crescere professionalmente chi è privo di esperienza, favorendone l’integrazione nelle aziende.

Nel Gruppo Merlo adottiamo quotidianamente questo approccio. Sebbene molti dei nostri nuovi dipendenti fossero inizialmente privi delle competenze adeguate, attraverso percorsi di formazione teorico-pratica mirati, sono riusciti ad acquisire le abilità necessarie. Questo metodo ci ha permesso di trasformare una sfida in un’opportunità di crescita, integrando efficacemente i nuovi arrivati e rafforzando il nostro team.

La sicurezza nell’ambiente di lavoro è spesso sottovalutata: come si dovrebbe procedere per una corretta valutazione dei rischi?

Il fattore più importante, ma anche il più complesso da gestire, è quello umano: una variabile di rischio difficile da quantificare e controllare.

Da un lato, molti imprenditori si limitano a ottenere un documento che certifichi la conformità legale di un processo o di una situazione. Dall’altro, i lavoratori possono essere demotivati, disattenti o privi delle competenze necessarie per operare in sicurezza.

In entrambe le situazioni, la formazione è la chiave. Non deve essere vista come un semplice obbligo normativo, ma come uno strumento per rendere le attività lavorative più sicure, specialmente nell’utilizzo di macchinari e attrezzature. Solo personale consapevole, adeguatamente formato e addestrato può garantire standard di sicurezza elevati.

Per questo in estate il Cfrm ha ricevuto la Menzione al Premio Eccellenza?

Il Premio Eccellenza Formazione Aif è una delle iniziative più prestigiose nel campo dell’apprendimento e dello sviluppo organizzativo. La menzione del Presidente della Giuria assegnata al Cfrm è un riconoscimento di grande valore.

Questo premio sottolinea il nostro impegno nel progettare percorsi di formazione che coinvolgano emotivamente i giovani, rendendoli consapevoli delle dinamiche e delle opportunità del mondo del lavoro. È una motivazione ulteriore per continuare a investire nelle nuove generazioni e nel loro futuro professionale.

Collaborate ancora con il Politecnico di Torino per la formazione?

Sì, il nostro obiettivo comune è fornire ai giovani ingegneri neolaureati le competenze necessarie per progettare una nuova generazione di macchine più efficienti, con consumi ridotti e minore impatto ambientale. Questo approccio consente di promuovere soluzioni innovative e sostenibili, generando benefici sia per le aziende, sia per l’ambiente.

Avete nuovi progetti per il 2025?

Sì, abbiamo progetti ambiziosi. Oltre ai nostri obiettivi di crescita, siamo consapevoli dell’importanza strategica della formazione, che non deve più essere percepita come un costo, ma come un investimento. La formazione deve essere sviluppata in una prospettiva integrata: politica, finanziaria, economica, organizzativa, operativa e, soprattutto, umana.

Per il Gruppo Merlo questo significa continuare a investire al massimo. Tuttavia, saranno le persone a fare la differenza: la loro competenza, passione e dedizione saranno fondamentali per compiere le scelte migliori e orientare il futuro. Nulla di più semplice… o di più complesso.

di Veronica Monaco

I primi effetti del valzer dei dazi

Abramo Lincoln su una banconota Usa
Abramo Lincoln su una banconota Usa

Il viaggio negli Usa della premier Giorgia Meloni non ha portato novità nell’uovo di Pasqua, perlomeno sul fronte dei dazi. Ma non era nemmeno ipotizzabile, visto che la trattativa passa dal confronto tra Europa e amministrazione americana. In compenso l’altalena delle tariffe annunciate, applicate, revocate, reintrodotte e poi sospese da Donald Trump hanno già fatto venire il mal di mare all’economia. Così, perlomeno, la pensa il Centro studi di Confindustria, che nell’uovo pasquale come sorpresa ha messo notizie non proprio brillanti. Intendiamoci, probabilmente non è tutto frutto dell’incertezza provocata dagli editti e dalle dichiarazioni dell’imberbe vegliardo ospite della Casa Bianca. Ma fatto sta che l’associazione delle imprese scrive nero su bianco che con i dazi c’è il rischio di una crisi strutturale del sistema italiano.

Euro

Il Centro Studi Confindustria, di solito piuttosto preciso nelle analisi, traccia un quadro che assomiglia molto al tempo metereologico vissuto in questa settimana pasquale. Riassumendo: gli economisti del Centro Studi notano che a causa delle tensioni internazionali a marzo si è deteriorato il clima di fiducia, sceso sotto la media del 2024. A frenare gli investimenti è, comprensibilmente, l’aumento dell’incertezza politica e economica. È ovvio: se temi che la congiuntura volga al peggio tiri i remi in barca. I giudizi sulle condizioni per investire nel primo trimestre 2025, sostiene ancora il Centro Studi di Confindustria, peggiorano rispetto a fine 2024 sia nei servizi sia nelle costruzioni, mentre restano quasi invariati nell’industria. I dazi, nello specifico, saranno negativi come previsto in particolare per chi esporta, cioè sul comparto manifatturiero.

L’industria, per fortuna, segna una pausa dopo quasi due anni di calo: nel primo trimestre l’indicatore registra un aumento dello 0,4%. C’è, però, la dinamica del volume di attività basato sul fatturato delle imprese, che Confindustria sintetizza nell’indice Rtt. Questo indica un profondo calo del fatturato: con la fiducia che peggiora e anche l’indice Pmi in flessione. Infine, tra i dati poco brillanti va notata la frenata dei consumi: nel quarto trimestre 2024, spiega la nota di Confindustria, si è avuta una correzione al ribasso del reddito reale delle famiglie (-0,6%), limitando l’espansione annua a +1,2%. Insomma, il tragico valzer dei dazi non ha fatto certamente bene alla nostra economia.

Morale: come diceva Carlo Levi, le parole sono pietre. Specialmente se a pronunciarle è chi governa un paese (o comanda buona parte del mondo).

Abramo Lincoln su una banconota Usa
Abramo Lincoln su una banconota Usa

Acquisire una rivendita o essere acquisiti? Lo svela il III Convegno YouTrade Sud

Tutti gli abbonati alla rivista YouTrade non mancano mai di leggere la rubrica Rivendite News. Sono le pagine in cui, su ogni numero, sono riportate le immancabili acquisizioni, o le adesioni ai network della distribuzione. Perché da qualche anno il trend di concentrazione delle rivendite di materiali edili si è fatto più pressante.

Difficoltà nel ricambio generazionale, necessità di unire le forze per ottenere una massa critica sufficiente e obbligo nella gestione delle nuove tecnologie sono tra le cause del sempre maggiore numero di accordi o cessioni dell’attività. E proprio questo argomento sarà tra i focus del III Convegno YouTrade Sud in programma a Lamezia Terme.

L’appuntamento è per giovedì 15 maggio con la cena di business alle 19 e il conferimento degli YouTrade Awards Sud, e per venerdì 16 maggio al centro congressi del T Hotel. 

Ad approfondire i temi relativi alla concentrazione del mercato della distribuzione sarà Alberto Bubbio, professore associato di Economia Aziendale, Università Cattaneo-Liuc.

La sua relazione sarà un’utile vademecum su come muoversi in questo momento, in cui le evoluzioni i settori economici vivono momenti di ristrutturazione nei quali si moltiplicano le operazioni di fusioni e acquisizione. In questi contesti, insomma, le imprese si trovano di fronte ad un bivio: mangiare o essere mangiati.

La scelta non è sempre semplice. Si tratta di valutare le implicazioni strategiche, organizzative ed economico-finanziarie di queste operazioni. Certo, il loro inquadramento va fatto analizzandone i presupposti strategici. Una volta deciso di dar seguito a una di queste operazioni è necessario di effettuare alcuni passaggi, da cui dipende l’efficacia dell’operazione.

Infine, l’aspetto economico è importante, ma non è l’unico da considerare. Il III Convegno YouTrade Sud è un appuntamento più che mai indispensabile per gli operatori della filiera edile. Non mancate! 

PARTECIPA

Rubinetterie Treemme e Poli.design: ecco il vincitore del workshop Ad Aquam 25

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In occasione della Milano Design Week 2025, all’interno dell’ADI Design Museum, è stato reso noto il progetto vincitore di Ad Aquam 25, il workshop promosso da Rubinetterie Treemme con POLI.design.

I concept sviluppati dagli studenti sono stati esaminati da una giuria, composta da esperti del settore, che ha selezionato «Col Pensiero +» di Bianca Furtunescu, Chanidapa Savangvarorose, Estelle Van de Winckel, Federico Thiele, Milica Vukovic.

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Progetto Col Pensiero +

Il rubinetto «Col Pensiero +» è un modulo che può essere aggiunto ai prodotti di Rubinetterie Treemme esistenti, per incentivare un consumo d’acqua più consapevole attraverso indicazioni grafiche e numeriche. 

Sfruttando i principi del design comportamentale, ridefinisce l’interazione tra l’utente e il rubinetto. Questo adattamento del sistema di prodotto si basa su un display E-ink che unisce il vantaggio del basso consumo energetico a un’estetica analogica, perfettamente in sintonia con il linguaggio del prodotto.

Inoltre, il sistema E-ink offre una versatilità dimensionale che ne consente un’integrazione armoniosa. In questo modo, il prodotto può essere declinato per adattarsi alle diverse collezioni dell’azienda.

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Le altre proposte

Oltre al progetto vincitore, anche le altre proposte si sono distinte per la loro qualità progettuale, dimostrando un alto livello di innovazione, ricerca, originalità e cura del design.

Ogni gruppo ha saputo interpretare in modo personale e consapevole le sfide legate alla sostenibilità, proponendo soluzioni concrete e creative. I progetti sviluppati nel corso del workshop sono:

Aqua Sync di Jahnavi Patil, Amogh Mohite, Siddh Tejani

È un sistema di controllo doccia di nuova generazione che migliora l’interazione dell’utente e favorisce la gestione sostenibile dell’acqua favorendo un risparmio idrico. Dispone di regolazioni intuitive per il flusso e la temperatura, con un display edge-to-edge per un feedback in tempo reale.

I promemoria sul display incoraggiano un consumo più consapevole dell’acqua senza compromettere il comfort. Progettato per spazi moderni, Aqua Sync bilancia sostenibilità con un’esperienza doccia senza soluzione di continuità.

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Push Timer di Davide Callegari, Oscar De Valroger, Anastasia Filias Tanira, Léo Kélékis

Reinventa il tradizionale rubinetto con timer a pulsante ma in modo più funzionale e secondo un’esperienza più incentrata sulle esigenze dell’utente nel contesto della cucina domestica.

Il design del rubinetto è composto da tre componenti distinte: una manopola di controllo del flusso dell’acqua, una manopola per il controllo della temperatura ed il corpo principale.

Una semplice pressione attiva l’acqua per una durata limitata, grazie alla cartuccia timer integrata. Per un flusso continuo, gli utenti possono premere e ruotare la manopola. Ruotando la manopola ulteriormente verso destra si aumenta il flusso d’acqua. Il design prevede elementi in rilievo che guidano intuitivamente gli utenti a ruotare la manopola per il blocco e le regolazioni del flusso.

 PUSH-TIMER

Rivus di Abril Muré, Fotini Mentzou, Gianmarco Biondo, Matteo Vicentini

È un sistema di acque grigie progettato per ridurre significativamente i rifiuti di acqua dolce riutilizzando l’acqua del lavandino per lo scarico dei servizi igienici, in conformità con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per il riutilizzo delle acque grigie.

Rivus utilizza un sistema di filtrazione a più stadi che include un filtro per sedimenti, un filtro per ultrafiltrazione e una purificazione con luce ultravioletta per garantire uno scarico sicuro ed efficace.

L’obiettivo dell’approccio progettuale è migliorare l’efficienza idrica domestica, integrando perfettamente la sostenibilità con una fruibilità intuitiva. Sebbene inizialmente progettato per uso residenziale, Rivus è concepito per adattarsi alle infrastrutture pubbliche e commerciali, stabilendo un nuovo punto di riferimento per il riutilizzo sostenibile dell’acqua attraverso un design mirato e ad alte prestazioni.

RIVUS

Spray-Head di Davide Callegari, Oscar De Valroger, Anastasia Filias Tanira, Léo Kélékis

È un rubinetto da cucina progettato per ridurre il consumo di acqua e avere movimenti precisi durante tutte le attività.

Il terminale estraibile consente una facile manovrabilità e permette un uso più consapevole dell’acqua poiché la pulizia diventa più efficace. Interfacce utente con funzioni separate e intuitive.

I regolatori inferiori sono utilizzati per il controllo preciso della temperatura e del flusso dell’acqua, mentre il terminale estraibile è caratterizzato da una leva a pulsante, con opzione di bloccaggio, per un’attivazione “on demand” del flusso d’acqua.

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Poliiso FB, pannello versatile e affidabile per le facciate ventilate

Il pannello Poliiso FB di Ediltec non solo migliora l’efficienza energetica degli edifici, ma contribuisce anche alla sicurezza, offrendo una soluzione versatile e affidabile per le facciate ventilate moderne.

Soluzione moderna ed efficace per migliorare le prestazioni termiche ed estetiche degli edifici, la facciata ventilata sfrutta un principio naturale per ottimizzare l’isolamento termico e limitare il flusso di calore verso l’interno degli ambienti. Inoltre, consente un’ampia personalizzazione estetica, adattandosi a diversi stili ed esigenze progettuali.

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Poliiso FB è realizzato con schiuma polyiso rigida a celle chiuse: questo materiale è espanso senza l’impiego di CFC o HCFC, caratteristica che lo rende ecologico e altamente performante.

Il pannello è composto da due supporti: uno in velovetro addizionato con fibre minerali sulla faccia superiore, ideale per la protezione contro i rischi di incendio, e uno in velovetro saturato sulla faccia inferiore.

Grazie alla eccellente reazione al fuoco, con una classificazione Euroclasse B s1 d0, Poliiso Fb è particolarmente indicato per facciate ventilate ed edifici che necessitano di misure avanzate di prevenzione incendi.

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Le prestazioni termiche si riflettono in un valore di λD che varia da 0,027 W/mK a 0,025 W/mK, a seconda dello spessore.

Il pannello è disponibile in dimensioni standard di 600 x 1200 millimetri e in spessori che vanno da 30 a 160 millimetri, offrendo una vasta gamma di opzioni per ogni esigenza progettuale.

di Sara Giusti