Il 75% della popolazione mondiale mostra un atteggiamento positivo verso l’imprenditorialità nonostante la crisi. La tendenza è confermata anche per gli italiani, che crescono rispetto al 2013: si passa dal 69% dello scorso anno al 75% del 2014. I dati sono relativi al Rapporto Globale Amway sull’Imprenditorialità, realizzato in collaborazione con Gfk e l’Università Tecnica di Monaco. La ricerca si è concentrata sul ruolo della formazione in un percorso imprenditoriale, con particolare attenzione all’opinione dei giovani nei confronti del lavoro autonomo. L’attitudine favorevole verso il fare impresa cresce di pari passo con la voglia di diventare imprenditori: in Italia il potenziale di imprenditorialità, ovvero coloro che dichiarano di potersi immaginare di poter avviare un’attività in proprio, è del 43% (+2% rispetto al 2013), ben cinque punti sopra la media europea e uno sopra la media globale. «L’avventura imprenditoriale rappresenta una soluzione ottimale per chi vuole ritagliarsi su misura il lavoro e sfruttare pienamente le conoscenze teoriche e pratiche che ha acquisito attraverso la scuola o specifici programmi di formazione, coniugandole con le proprie capacità personali», afferma il Professore Enrico Santarelli, Ordinario di Scienze Economiche dell’Università di Bologna. «Questo trend sta crescendo nel nostro Paese, dove ormai oltre un terzo dei nuovi imprenditori ha meno di 35 anni e continuano a crescere le nuove imprese con un titolare di età compresa tra 50 e 70 anni». Tra i Paesi nel mondo che meno si immaginano imprenditori spiccano in particolare il Giappone con il solo 15% e la Germania con il 25%.