Come può un insediamento industriale di 7mila metri quadrati inserirsi nell’ambiente circostante, la campagna umbra, senza essere invasivo? E in più riuscire ad avere i requisiti per poter chiedere la certificazione Leed? Semplice, con un progetto ipogeo (cioè in parte sotto il livello del suolo), che utilizza materiali sostenibili, sistemi ad alta efficienza energetica e idrica e finiture a specchio per moltiplicare la natura che lo circonda. L’idea formale è quella di aumentare le dimensioni, in modo illusorio, del paesaggio naturale.
Si tratta dell’Opificio Salpi, firmato dall’architetto Enzo Eusebi (con studio in provincia di Teramo e a Pechino) e insediato nell’area industriale di Preci, vicino a Perugia, ai piedi di una collina che nasconde un terzo dell’edificio. Ed è il primo prosciuttificio sotterraneo mai realizzato in Italia, sviluppato a forma di C coperta da un tetto verde che segue l’inclinazione naturale del pendio collinare. L’impermeabilizzazione naturale del tetto ha più di una specifica funzione: maggiore isolamento termico in estate e inverno, riduzione dei picchi di deflusso idrico, abbattimento significativo dell’inquinamento acustico, mitigazione del microclima, fissaggio delle polveri sottili e risparmio sui costi di risanamento. Non solo, è prevista la piantumazione di un agrumeto per sfruttare al massimo il calore residuo proveniente dall’impianto produttivo.
Il progetto dal punto di vista architettonico è un’interpretazione contemporanea molto personale ed esteticamente molto riuscita del piano pilotis, la soluzione adottata da Le Corbusier per creare spazi coperti liberi da pareti e a diretto contatto con l’esterno. In questo caso i pilotis, ossia dei pilastri in cemento armato, collocati al centro dello spazio scavato nel perimetro a C degli impianti di lavorazione, sorreggono dei blocchi di edifici direzionali staccati dal suolo, che ospitano gli uffici e rappresentano il fronte principale dello stabilimento. I materiali scelti come rivestimento di questa serie di blocchi dagli a angoli arrotondati con vista sulla valle, sono il legno e il vetro a sottolineare la sostenibilità del progetto. Che si avvale di un sistema di gestione e deposito delle acque meteoriche per ridurre la produzione di acque reflue e il fabbisogno di acque potabili e di 50 pannelli fotovoltaici e 10 collettori solari per la produzione in loco di energie rinnovabili.