Le previsioni economiche invernali della Commissione europea raffreddano le aspettative sulla crescita 2016 dell’Italia perché le stime del pil a +1,4% sono inferiori a quanto comunicato in autunno (+1,5%) e sono comunque più basse rispetto alle elaborazioni del Governo, che nell’ultima nota di aggiornamento al Def aveva previsto un +1,6%. Ma l’andamento è diverso per quanto gli investimenti nel settore delle costruzioni: infatti, la Commissione ipotizza un aumento del 2,4% nel 2016 e un ulteriore 3,3% nel 2017, percentuali più alte rispetto al +1,4% del 2016 e +2,3% del 2017 contenute nella nota sopracitata dello scorso settembre. Previsioni positive che dovrebbero confermare il consolidamento della ripresa in atto, seppur lieve, del settore.
Ad avvalorare la tendenza favorevole c’è anche lo studio di Confartigianato secondo cui nel biennio 2016-17 in Italia si registrerà un aumento degli investimenti del 5,8%, pari ad un incremento di 7,5 miliardi di euro a prezzi 2010, migliore del +5,4% dell’Eurozona. Si tratta però di un cauto ottimismo perché secondo l’associazione delle imprese artigiane il recupero sembra dipendere quasi esclusivamente dalla domanda privata visto che quella pubblica ristagna. Proprio per questo è difficile delineare un rilancio capace di recuperare il crollo dell’attività edilizia se la spesa pubblica è in calo: infatti, la spesa delle Amministrazioni pubbliche per investimenti nel 2015 è stata pari al 2,3% del pil, ossia 0,4 punti in meno della media Ue e nel 2016-2017 è previsto una contrazione del 2,2%.