Boom delle costruzioni nel mondo (Cina permettendo)

Secondo Navigant Research, il patrimonio edilizio globale è destinato a crescere da 151,8 miliardi di metri quadrati nel 2014 a 171,6 miliardi di metri quadrati nel 2024, pari al 13% in più di consumo di suolo. Lo sviluppo maggiore si avrà in Cina con un miliardo di metri quadrati. Il rapporto Global Building Stock Database, stilato dalla società di ricerca americana specializzata in analisi e modelli di business sulle tecnologie pulite, evidenzia che l’inarrestabile tendenza all’urbanizzazione spingerà il settore delle costruzioni nonostante il rallentamento dell’economia del paese. Certo, la frenata del più grande mercato del mondo avrà comunque un certo effetto sull’economia globale, se non altro per il calo della domanda delle materie prime, e pure qualche preoccupazione la generano i paesi emergenti, ma Nord America ed Europa occidentale rappresentano ancora significative porzioni del parco immobiliare totale. La ricerca prende in considerazione otto tipologie di edifici commerciali (uffici, retail, istruzione, sanità, alberghi e ristoranti, istituzionale e montaggio/magazzino/trasporti) e due tipi di edifici residenziali (unifamiliare indipendente e multi-unità abitativa) in sette aree del mondo e descrive fattori qualitativi e tendenze per capire come il consumo energetico può essere ridotto.arcadis_costruzioni

Proprio in considerazione del fatto che le percentuali di abitanti delle zone urbane del globo stanno aumentando, Arcadis, multinazionale attiva nel campo della progettazione ingegneristica e della consulenza di soluzioni ambientali e idriche, ha spostato il focus della suo annuale studio sui costi di costruzione: invece di esaminare le nazioni ha preso in considerazione le 44 principali città al mondo. Nel farlo ha anche analizzato i prezzi delle materie prime. Secondo i ricercatori la loro diminuzione non solo ha contribuito a mantenere basso il livello d’inflazione in tutti i comparti delle costruzioni, e l’energia a buon mercato che ha sostenuto il settore manifatturiero e il commercio al dettaglio, potrebbe rilanciare la domanda immobiliare in molti mercati.

L'andamento dei prezzi delle materie prime
L’andamento dei prezzi delle materie prime

Si tratta di oscillazioni causate da una tempesta perfetta, si sottolinea nel rapporto, che vede affiancarsi al calo della domanda, una crescita della produzione e una concorrenza molto agguerrita tra produttori. Un esempio è la strategia dell’Opec, guidata dall’Arabia Saudita per spingere fuori dal mercato i produttori europei, americani e canadesi di petrolio ad alto costo. Per il ferro invece, pesa il fatto che uno dei principali fornitori in Australia continua ad aumentare la produzione, anche se la domanda in Cina e nel mondo è scesa, con conseguenze disastrose per i produttori dei paesi emergenti, le cui le esportazioni in caduta libera hanno influito negativamente sul Pil. Secondo le previsioni della Banca Mondiale, i prezzi delle materie prime sono destinati a restare costanti nel corso dei prossimi cinque anni, sebbene con un lieve aumento rispetto ai minimi del biennio 2014-15, solo il greggio dovrebbe recuperare sensibilmente fino ad arrivare almeno a 69 dollari al barile. Ma tutto dipende dal potenziale produttivo, dalla stabilità geopolitica e dal possibile calo della domanda.

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