Sepiolite, quando il mare migliora il polisitirene

Le schiume polimeriche sono sostanze chiave nell’edilizia, negli imballaggi, nell’industria aerospaziale e automobilistica per le loro caratteristiche meccaniche e isolanti. Per garantire queste proprietà termiche e ignifughe spesso sono aggiunti degli additivi che però le recenti normative puntano a limitare e in prospettiva eliminare perché poco rispettosi dell’ambiente e potenzialmente dannosi per la salute. La nuova sfida dunque per produttori e tecnici è trovare degli additivi eco-compatibili. Tra i diversi elementi utilizzati per ottenere isolanti verdi, stanno emergendo nella ricerca scientifica le nanoparticelle di sepiolite, che combinate con altri materiali rinnovabili danno origine a una schiuma con ottime proprietà di isolamento termico e di resistenza al fuoco. Per esempio, la Swedish Strategic Foundation e il Politecnico di Torino, hanno messo a punto una schiuma generata con ossido di grafene, sospensioni di nanocellulosa e nanoparticelle di sepiolite, dalla conducibilità termica di 15 mW m-1 K-1, un valore inferiore della metà del poliuretano espanso. Non solo, ha un comportamento autoestinguente il che significa che è più efficiente nel contrastare il pericolo degli incendi.

Un frammento di sepiolite ingrandito
Un frammento di sepiolite ingrandito

Anche l’Università di Valladolid, in Spagna, con il progetto Neoadfoam ha deciso di puntare sulla sepiolite, non solo perché è un materiale si trova in abbondanza in natura, è conosciuta come schiuma di mare perché galleggia in gran quantità nel Mar Nero, mentre nel distretto turco di Eskişehir sarebbero presenti 4 mila pozzi da cui estrarla, ma perché anche combinata ad altri elementi attivi, principalmente quelli per bloccare le radiazioni infrarosse e ritardanti di fiamma, migliora le prestazioni del composto. L’obiettivo però è quello di lavorare sul polistirene estruso e sul poliuretano rigido per dare ai produttori una soluzione chiavi in mano che consenta di ridurre le conducibilità termica e ottemperare alla rigida regolamentazione spagnola in fatto di reazione al fuoco, senza cambiare nulla nelle linee di produzione. Il progetto, finanziato dal Ministero dell’Economia e della Competitività spagnolo,  prevede la collaborazione del gruppo Tolsa e si concluderà nel 2017.

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