Quando si decide di installare un impianto solare, la prima considerazione è la collocazione: così ci si rivolge a un tecnico per individuare l’angolazione in grado di ottenere la maggiore efficienza. Non a caso uno dei più recenti progetti di Google è il sito web Solar Project, un servizio web disponibile in nove regioni degli Stati Uniti, che analizza dove è meglio installare l’impianto e con quali costi e i benefici. La maggior parte dei dati raccolti finora evidenzia come quasi sempre sia il tetto il luogo più adatto per lo sfruttamento dell’irraggiamento. Inoltre, l’industria di settore non è concorde sull’assetto ideale: ovest o sud? Il dibattito ha stimolato i ricercatori.
E alla King Abdullah University of Science & Technology (Kaust) in Arabia Saudita in collaborazione con la National Central University di Taiwan hanno sviluppato uno speciale rivestimento in vetro che potrebbe consentire ai pannelli di assorbire la luce da più direzioni e aumentare la quantità di calore trasformato in energia in uscita. Questo nuovo rivestimento di vetro contenente silice fusa è composto da nanotubi ultrasottili e muri in nanoscala a nido d’ape che abilitano le celle solari a catturare i raggi del sole da più parti. Secondo l’American Chemical Society l’efficienza della cella può essere incrementata dal 5,2% al 27,7% in più a seconda dell’angolo di luce, e la resa, ossia la conversione in energia, aumentare fino al 46% durante il ciclo di vita del prodotto. Il rivestimento ha anche un’altra funzione: mantiene i pannelli puliti. Si tratta di un dettaglio molto importante perché lo sporco incide sul rendimento. I test in laboratorio hanno calcolato un’efficienza del 98,8% mantenuta anche dopo sei settimane di uso all’esterno. La maggior parte dei pannelli solari invece devono essere puliti regolarmente per togliere la povere che potrebbe influenzare negativamente.