L’intervento di recupero di un complesso all’interno dell’azienda agricola La Raia, nella campagna piemontese di Novi Ligure sulle colline del Gavi, è il risultato di una progettazione in itinere durante i lavori in cantiere. Così è rinato Borgo Merlassino, una cascina dell’800, dove tutte le testimonianze del mondo contadino dell’epoca che si trovavano in completo stato di abbandono sono state restaurate: fienile, stalla, porcilaia, pollaio, deposito, cisterna, letamaia, aia, tettoia, residenza agricola. Ma attenzione, il lavoro, quello dello studio deamicisarchitetti, si è focalizzato sulla valorizzazione dello spazio tra le cose più che degli edifici per ritrovare un rapporto con il paesaggio circostante e amplificarne la bellezza: «Man mano che l’impresa metteva mano ai singoli manufatti o singole porzioni di spazi aperti, improvvise ed inaspettate scoperte hanno reindirizzato le scelte progettuali», ha spiegato l’architetto Giacomo De Amicis. Infatti, per enfatizzare il panorama come prima cosa è stata demolita la vecchia stalla esterna che rappresentava un elemento d’interferenza in modo da ottenere un’apertura visiva verso il bosco, la valle e i vigneti. Tutti elementi che caratterizzano il nuovo borgo insieme agli spazi aperti ridefiniti con gradoni verdi, il porticato, il prato e l’aia.
Il risultato è un complesso di appartamenti, quattro di diverse metrature che offrono la formula del Bed & Breakfast, arredati con pezzi di design, oggetti e accessori realizzati con materiali di recupero e mobili antichi immersi, un luogo speciale per la sensazione di serenità che si percepisce. Intorno spazi aperti eterogenei e pensati per varie attività: la residenza per il personale dell’azienda agricola, uno spazio conferenze estive, un deposito, i laboratori della scuola steineriana, sala lettura, il laboratorio per la produzione di marmellate. Come si arrivati a questa configurazione? Dal ritrovamento della vecchia cisterna dell’acqua interrata nella collina antistante l’aia per esempio è sorto il cortile del laboratorio della scuola.
Invece, la scoperta di una parte costruita con l’antica tecnica del pisé o terra battuta, realizzata con argilla umida compattata in casseforme, ha orientato la scelta del progettista nel mettere in risalto, dove possibile, questa caratteristica per esaltare il valore estetico contemporaneo della trama materica. Anche i colori utilizzati, varie tonalità che vanno dal rosso all’ocra della terra cruda, e le variazioni cromatiche di tipo decorativo, come le losanghe del solaio principale, rappresentano un ulteriore piano di lettura del rapporto tra il vecchio e nuovo. E l’intera filiera di produzione dai materiali di costruzione fino alle finiture proviene da aziende del territorio così come la scelta di fornitori e mano d’opera locale per contribuire allo sviluppo economico del territorio. L’opera di ristrutturazione non è ancora terminata, ma anzi grazie al suo approccio è in continua evoluzione. Quello che si sa già è che parti del vecchio fienile e la stalla, oggi adibita a sala conferenze estiva e archivio deposito, sono destinate a cambiare forma e carattere in futuro. L’unica certezza è che senso del tempo, la misura, l’equilibrismo tra vecchio e nuovo sono il vero tema del progetto.