La specializzazione nei controtelai è l’ingrediente del successo della Fratelli Marotta, azienda siciliana (di Favara, Agrigento) che con il marchio Eurocassonetto si è imposta sul mercato nazionale e internazionale.
Ma la storia dell’impresa inizia nel 1965 quando, grazie alla loro intraprendenza, i fondatori, cioè il padre e gli zii degli attuali titolari, hanno messo a frutto l’esperienza maturata in Germania dando vita a una fabbrica di lavori artigianali in ferro e alluminio, la cui attività si è negli anni focalizzata sugli infissi. Nel 2007 la società viene rilevata dalla nuova generazione che segna una ulteriore svolta positiva, con un processo di industrializzazione mirato esclusivamente alla produzione e commercializzazione di sistemi scorrevoli a scomparsa.
Ne parliamo con Salvatore Marotta, attuale titolare insieme con il fratello Antonio.
Domanda. Controtelai e sistemi scorrevoli per porte a scomparsa: che cosa vi distingue in questa nicchia di mercato?
Risposta. Quando nel 2007 siamo passati alla produzione esclusiva di controtelai, abbiamo deciso di distinguerci puntando sulla qualità per differenziarci dalla concorrenza. Quindi materie prime selezionate e superspecializzazione. Con il tempo questa scelta ci ha premiati, permettendoci di creare una forte fidelizzazione nei clienti che non ci hanno mai abbandonato per prodotti a più basso costo.
D. Oltre alla qualità e al design, aggiungete anche delle certificazioni?
R. Sì, i nostri prodotti sono certificati dall’Istituto Giordano e dal laboratorio tecnologico LegnoLegno per quanto riguarda la linea per esterni. Abbiamo voluto sottoporre i nostri prodotti ai test più difficili e funzionali, attenti a simulare gli eventi reali a cui i prodotti possono essere soggetti negli anni. Quindi, abbiamo testato la resistenza dei controtelai, simulando i più frequenti incidenti domestici in cui possono essere coinvolti, come l’urto da da corpi molli e corpi duri. Tutti i test sono stati superati brillantemente. Per esempio, il complesso guida-carrelli è stato sottoposto con uno sforzo di 60 chilogrammi (ipotetico peso di un infisso) a un numero di 150 mila cicli di apertura-chiusura, che corrispondono a un utilizzo trentennale.
D. Il prossimo anno l’azienda festeggia 50 anni: che cosa è cambiato in tutto questo tempo?
R. Per questo cinquantesimo anniversario ci siamo fatti un enorme regalo. Abbiamo da poco ricevuto la conferma dal Mise di un piano di investimento da oltre 1 milione di euro, con cui andremo a rivoluzionare completamente la produzione entrando in pieno regime 4.0. Tutta la produzione verrà automatizzata, mentre attualmente lo è solo parzialmente: questo investimento ci permetterà di aumentare la produttività giornaliera e mensile e fare un bel salto di qualità in termini di competitività, e anche in termini di prezzo. Una bella iniezione di positività, dopo due anni di particolari difficoltà dovute all’aumento dei prezzi delle materie prime. Anche se, nonostante tutto, siamo sempre in crescita. Il 2021 si è chiuso con un fatturato di 3 milioni di euro, mentre negli anni passati la media si aggirava intorno al milione. Quest’anno siamo già a 2 milioni, risultato che conferma il trend positivo dello scorso anno.
D. Come è nata l’azienda Fratelli Marotta?
R. L’azienda è stata fondata da mio padre Andrea e i suoi fratelli. Una tipica storia di emigrati dalla Sicilia che, dopo un’esperienza di lavoro nelle fabbriche tedesche, negli anni del boom economico hanno deciso di tornare in Italia. Con un mestiere in mano e tanta intraprendenza, hanno creato una piccola fabbrica di lavori artigianali in ferro e alluminio che, in seguito, grazie a dei finanziamenti della Regione Sicilia, hanno trasformato nella Fratelli Marotta. Con il tempo si sono specializzati negli infissi, che commercializzavano anche ai privati. Inoltre, dato che disponeva anche di macchine profilatrici, l’azienda lavorava anche come distributore grossista di semilavorati per altri serramentisti.
D. Quando vi siete specializzati nei controtelai?
R. Nel 2007 quando io e mio fratello abbiamo preso in mano le redini della società. Abbiamo capito che non potevamo più continuare a lavorare a livello locale, facendoci la guerra con le officine di serramenti. Siccome già all’inizio del Duemila l’azienda aveva avviato una prima produzione artigianale di controtelai, nel 2007 abbiamo deciso di chiudere i cancelli dell’attività ai privati e concentarci solo su questa produzione. Da quel momento è stato fondamentale l’investimento nella comunicazione e la partecipazione alle fiere.
D. C’è stato un momento di ripensamento?
R. Abbiamo avuto una sana incoscienza e molta fermezza. Tra il 2007 e il 2010 c’è stato un processo graduale di trasformazione: continuavamo a produrre serramenti per i cantieri e i grossi lavori, poi c’è stato un momento in cui è stato spontaneo non comprare più cerniere e guarnizioni poiché siamo stati assorbiti totalmente dalla produzione dei controtelai. È stato un passaggio naturale.
D. Ci sono state altre tappe importanti per l’azienda?
R. Sicuramente il 2010 è stato un altro anno fondamentale: abbiamo acquistato definitivamente l’immobile in cui si trova lo stabilimento, dandoci una maggiore tranquillità. Tra il 2010 e il 2012, inoltre, grazie alla partecipazione alla fiera Madeexpo, abbiamo conosciuto importanti partner spagnoli e portoghesi con i quali stiamo lavorando ancora oggi, che ci hanno consentito di realizzare nuovi investimenti. Non nego che anche questi ultimi anni si stanno rivelando molto positivi e di crescita, e tra il 2021 e il 2022 abbiamo più che raddoppiato il numero dei dipendenti, passando da sette a 18 persone.
D. Oltre l’Italia, in quali Paesi siete presenti?
R. In Spagna, Portogallo, Tunisia, Israele, e da poco anche in Francia.
D. In Sicilia è meno semplice fare gli imprenditori: qual è la vostra esperienza?
R. La logistica è indubbiamente complicata. E, poi, c’è una scarsa collaborazione con le altre realtà locali. C’è proprio una mentalità diversa, purtroppo anche nelle giovani generazioni. Anche ai privati è difficile fare capire che vendiamo solo ai rivenditori.
D. In tutta Italia si fa fatica a trovare collaboratori da inserire nella propria azienda. Com’è la situazione in Sicilia ?
R. So che c’è questo problema, ma dipende anche da che cosa si offre.
D. Oggi qual è il vostro prodotto di punta?
R. Abbiamo una gamma di 22 prodotti, ma da sempre il prodotto di punta, anche per il mercato estero, è il classico controtelaio ad anta singola da 70-80 centimetri. Nel 2020 abbiamo presentato una nuova linea, Italian Beauty, in sintonia con le nuove tendenze del design che vedono un approccio più minimalista ed essenziale: porte filomuro, controtelai filosoffitto, controtelai per cabine armadio. Per questa specifica linea di prodotti, abbiamo realizzato un catalogo dedicato, che parla direttamente ad architetti e showroom.
D. Quanto conta il design e quanto la tecnologia?
R. L’investimento nella automatizzazione della produzione peserà tanto sia in termini di abbattimento dei costi che di ulteriore miglioramento della qualità. Il nuovo catalogo si basa solo sul design, ma il controtelaio classico e il controtelaio per soluzioni filomuro condividono la medesima struttura in lamiera. Nel momento in cui intervengono i posatori, a prodotto finito però sono completamente diversi.
D. È difficile innovare in un mercato maturo come il vostro?
R. Sì, tanto. Molte delle più recenti innovazioni riguardano i prodotti a contorno del controtelaio, come l’illuminazione integrata o il battiscopa filomuro. In sé il controtelaio è ormai un prodotto maturo, manca solo qualcuno che inventi una soluzione universale nella larghezza. Sarebbe la rovina dei produttori, ma una svolta per le rivendite edili che potrebbero tenere in stock una sola tipologia di prodotto.
D. In Sicilia il mondo della distribuzione si sta evolvendo?
R. Non molto, mancano anche i gruppi di acquisto.
D. Qual è il vostro rapporto con i rivenditori?
R. Sono i nostri clienti numero uno. Con loro facciamo molta formazione, e offriamo tutta una serie di servizi di consulenza e assistenza post-vendita. La nostra marginalità nasce dai rapporti con i rivenditori.
D. Che caratteristiche ha il vostro distributore ideale?
R. Una rivendita qualificata, che presti attenzione alla qualità, che abbia la capacità di discernere le differenze tra un prodotto e un’altro, e che non guardi solo il prezzo. Crediamo molto nei rapporti commerciali di partnership e assistenza.
D. Come si prepara la vostra azienda alle sfide del futuro?
R. Industrializzandosi con un piano di lavoro per la realizzazione di un nuovo opificio e pianificando sempre nuovi investimenti.
D. Come sta andando il vostro segmento di mercato?
R. Sta andando bene. Siamo molto soddisfatti, la domanda continua ad aumentare e crescono i nuovi clienti e i potenziali nuovi contatti. Stiamo aspettando l’arrivo di nuovi macchinari che ci aiuteranno ad aumentare ancora di più la produzione, in modo da poterci affacciare anche su nuovi orizzonti. Il trend è positivo.
D. L’effetto dei superbonus si sta sgonfiando: che cosa si aspetta dal 2022 a livello di fatturato?
R. Il superbonus ci ha penalizzato in termini di approvvigionamento di materiali. Gli aumenti dei costi sono derivati dai bonus e non vediamo l’ora che finisca questa speculazione in modo che ci sia un po’ di respiro. Per quanto riguarda il fatturato a oggi i numeri sono pari a quelli dell’anno scorso e superiori al 2019. A fine anno miaspetto almeno un aumento del 10% rispetto al 2021.
D. Qual è il prossimo progetto nel cassetto?
R. Fra 20 anni mi aspetto un’azienda padrona di se stessa riconosciuta per il suo valore. Speriamo che figli e nipoti sappiano custodire questo tesoro costruito con tanti sacrifici.