Ci sono vari filmati su YouTube dedicati ai sistemi costruttivi a secco, alla prefabbricazione e, in generale, ai sistemi produttivi off site. Questi video, girati per la maggior parte con la tecnica del timelapse, sono utilizzati per mostrare i veri tempi di cantiere. Qualche anno fa, quando si parlava di riqualificazione energetica off site, c’era un video molto visto e condiviso che riprendeva i tempi di cantiere di una rigenerazione energetica di un complesso di sei alloggi a schiera olandesi. In soli 12 giorni l’intervento era completamente realizzato.
In questo periodo un altro video sta girando molto sui social, ma riguarda in questo caso la costruzione di una intera abitazione in Italia: una classica villetta a due piani, realizzata in soli quattro giorni, unico requisito aver gettato la platea. Ma l’altro grande elemento di riflessione è che il cantiere in questione vede coinvolti solo quattro addetti specializzati. Quattro addetti per quattro giorni.
Edilizia off site: i vantaggi della prefabbricazione
Ci sono varie riflessioni che si possono fare su questi numeri. La prima è che l’edilizia off site permette una ottimizzazione del cantiere in grado di ridurre i tempi, che sono tecnicamente tempi di assemblaggio, equiparando l’edilizia e il prodotto edile a un prodotto industriale, esattamente come i prodotti industriali usano le catene di montaggio di fordiana memoria.
La seconda è che i costi del cantiere diventano giocoforza minori sotto vari punti di vista, primo fra tutti quello dell’utilizzazione dei ponteggi e degli altri allestimenti necessari al processo costruttivo.
La terza, forse anche più rilevante, è che un’edilizia di questo tipo punta non solo a ottimizzare i tempi, ma anche a garantire prestazione in opera che nessun cantiere «umido» potrà fare, perché i sistemi prefabbricati e a secco escono dalla fabbrica con prestazioni statiche ed energetiche predeterminate. Dunque garanzia di sicurezza e di risultati.
Ma vi è una quarta riflessione che va posta all’attenzione. Un processo produttivo che punti sulla prefabbricazione, con sistemi off site e a secco, prevede una forte integrazione tra componente progettuale, architettonica e ingegneristica, molto avanzata, dove gli strumenti Cad, Cam e Bim sono alla base dell’operatività ma, soprattutto, della competitività del sistema in rapporto ai risultati finali attesi.
Storicamente la prefabbricazione e tutto il mondo dei sistemi produttivi a secco hanno contribuito nel tempo a modificare l’idea del cantiere e la sua stessa gestione. Ma oltre alle fasi di cantiere in sé, evidenziano la necessità di una più forte e radicata interrelazione tra tutti i soggetti della filiera, tra chi propone prodotti, soluzioni e componenti e chi, invece, progetta gli edifici. Tra chi monta e utilizza quei prodotti e sistemi e chi deve venderli e trasportarli, fino a chi gestisce il cantiere e organizza la logistica.
La produzione off site sposta il cantiere in fabbrica, riorganizza i processi utilizzando le migliori tecnologie, garantendo efficienza e, dunque, velocità, ma anche sostenibilità dell’intero processo costruttivo. Anche perché un edificio realizzato off site può essere in futuro smontato, recuperando i vari elementi che lo compongono, creando fino dall’idea progettuale un percorso di vera economia circolare. Nel nuovo come nel recupero.
La prefabbricazione in Italia
La produzione prefabbricata e a secco, che oggi chiamiamo off site, in realtà non è una novità. Nasce dalle colonizzazioni britanniche del sedicesimo e diciassettesimo secolo in India e negli altri paesi del Commonwealth e si è poi propagata negli Stati Uniti, a causa della forte richiesta di realizzare insediamenti in tempi rapidi.
Con la progressiva industrializzazione e meccanizzazione dei cantieri si è poi diffusa anche in Europa, culturalmente meno propensa a questi sistemi produttivi, spesso legati a usi di scarsa qualità costruttiva, anche in ragione di un uso molto intensivo fatto nell’Europa dell’Est.
È indubbio che la prefabbricazione in Italia abbia da sempre scontato alcune derive culturali difficili da sradicare e i sistemi a secco siano stati visti come sistemi che non garantivano quella robustezza intrinseca affidata nell’immaginario collettivo al mattone e al cemento.
La prefabbricazione è sempre stata associata più ad un’edilizia di emergenza che a una edilizia «per sempre». Ma l’evoluzione moderna della prefabbricazione e quella recente dei sistemi a secco beneficia sempre più dell’aumento dell’attenzione verso le questioni legate all’ecologicità e alla sostenibilità.
Oltre al fatto che i sistemi a secco si basano sulla prefabbricazione e, dunque, sono prodotti e sistemi che puntano sull’assemblabilità, sulla maneggevolezza, sulla capacità di essere elementi giuntabili con facilità. Al punto che le case in legno, tipiche esponenti della prefabbricazione alto di gamma, sono diventate un veicolo per dimostrare che costruire off site non solo garantisce la qualità del costruito, ma soprattutto garantisce i tempi di consegna e realizzazione, i costi di produzione e anche la sostenibilità e l’ecologicità di quanto realizzato.
I numeri della prefabbricazione in Italia
L’ attenzione verso questi sistemi costruttivi è anche certificata dall’aumento competitivo delle aziende che operano in questi settori. Secondo le indagini annuali realizzate dal Centro Studi YouTrade sui bilanci aziendali, il settore della prefabbricazione, che in questa sede per semplicità utilizziamo come sintesi dell’andamento del comparto costruzioni a secco, dal 2014 al 2019 ha avuto un incremento di mercato molto significativo, uscendo dalle secche della crisi con una velocità di crescita dei fatturati aziendali di molto superiore a quella media dell’edilizia.
Il settore, infatti, è passato da pesanti andamenti negativi nel 2014 e nel 2015 a crescite del 5,5% nel 2016, del 8,5% nel 2017, del 9,5% nel 2018 arrivando alle due cifre di crescita, pari a +14,5%, nel 2019. In termini di valore aggiunto la performance nel 2019 è stata di +12,2%, segno di una solidità del rapporto tra vendite e produttività, con un valore del margine operativo lordo medio del campione di aziende analizzate del 6,7% contro il 5,7% dell’anno precedente e, dunque, in aumento del 35%. E con un valore positivo e in aumento anche degli utili netti, fissati all’1,7% in percentuale sul fatturato nel 2019, ma in sostanza triplicati rispetto all’anno precedente, segno della fine di una fase di recupero delle negatività post crisi e dei successivi investimenti attuati dalle aziende. Anche altri indicatori evidenziano lo stato di salute ottimo del settore, uno stato che migliora nel cash flow e anche nel ritorno sul capitale proprio investito (Roe) pari nel 2019 al 4,5%.
I sistemi costruttivi a secco per lo sviluppo dell’industrializzazione edilizia
È di tutta evidenza che i sistemi costruttivi a secco, dei quali il comparto della prefabbricazione è uno dei segmenti principali, rappresentano oggi un settore molto importante per lo sviluppo dell’industrializzazione edilizia e dell’attenzione al tema delle performance sia dal punto di vista prestazionale dei prodotti e delle soluzioni, sia dei tempi e delle modalitò stesse di lavoro e di gestione del cantiere.
I vantaggi sono legati alle garanzie di tempi e costi di costruzione, dei ridotti impatti in termini di ambiente, sia durante l’utilizzazione degli edifici che in fase finale, nel futuro, nella loro demolizione o meglio smontaggio e recupero dei materiali stessi.
Ecco dunque che il cartongesso, il legno, l’acciaio, i sistemi a secco, la prefabbricazione spinta di pareti, tetti e quant’altro, che non richiede materiali umidi e malte, ma soprattutto manodopera altamente specializzata e una filiera produttiva integrata e non improvvisata.
Richiede soggetti che non inventano in cantiere le soluzioni, ma definiscono già nelle fasi di progetto tutto quanto è necessario fare, grazie alla tecnologia digitale, al Cad, al Cam, al Bim, agli strumenti innovativi di gestione del cantiere, come ad esempio nei Constructible Process, dove l’integrazione è a tutti i livelli, dal progettista al produttore di materiali, dall’addetto al direttore lavori. Un’organizzazione tale che quattro persone possono montare un’intera villetta a due piani, completamente finita, in quattro giorni. E il quinto giorno riposarsi.