Dopo anni in cui il comparto ha perso volumi, valore aggiunto e operatori, ci sono finalmente timidi segnali di ripartenza. È poco, ma è già qualcosa. Nicola Zampella, responsabile Ufficio Studi Federbeton (Federazione delle Associazioni della filiera del cemento, del calcestruzzo e dei materiali di base per le costruzioni) spiega in occasione del primo Forum nazionale dei massetti e pavimenti continui, organizzato da Conpaviper (Rimini, 5 e 6 maggio): “I valori di rialzo sono molto, molto bassi. Però ci sono. È quindi lecito pensare che il 2017 possa essere l’anno il cui il comparto e le nuove costruzioni riprendono il cammino interrotto con un brutto e lungo stop”. E il fatto che il nuovo possa non essere più una zavorra è una notizia. Detto ciò, è bene tenere a bada gli entusiasmi più sfrenati. Ma qualcosa (finalmente) si muove e la spinta del settore residenziale può dare un apporto in più.
La manutenzione straordinaria viaggia a favore di vento, così come le malte, i premiscelati e le pavimentazioni: “In linea di massima vivono in momento di crescita che si attesta attorno al +2%. Dopo la drastica riduzione del mercato, è un elemento psicologico importante per gli operatori del settore. Pensare che la salita sia (quasi) finita è un sollievo enorme. Dopo le aspettative tradite del 2016, che si pensava potesse essere l’anno dell’assestamento, il 2017 può rappresentare davvero una svolta”. L’elaborazione di Federbeton, su dati Mise, Istat e altre fonti, stima la produzione di cemento per il 2017 in 18,7 milioni di tonnellate. Infine, c’è da registrare un fenomeno: l’Italia viaggia a più velocità ed è difficile scattare una fotografia della situazione che non sia mossa. “Nel 2016 si è registrata un’accelerazione al Sud per quanto concerne i consumi di cemento, mentre il Nord è andato più piano. Oggi la tendenza si è invertita e troviamo pochi grandi cantiere: il Centro-Sud fa fatica, il Nord-Est va bene e il Nord-Ovest se la cava” chiosa Zampella.