Riqualificazione, l’Europa spinge con un report

Un tempismo perfetto: mentre si cerca di stringere un accordo globale sul clima a Parigi, il Centro comune di ricerca (Ccr) della Commissione europea pubblica il rapporto Proteggere l’efficienza energetica per proteggere l’Unione dell’energia. Nel documento, il servizio di coordinamento e sostegno scientifico che dispone di sette istituti di ricerca dislocati in cinque paesi membri (Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna), evidenzia il ruolo centrale dell’efficienza energetica per riuscire a realizzare gli obiettivi dell’Unione dell’energia, ossia energia sicura, sostenibile e a prezzi accessibili. Questa unione in realtà è una strategia presentata dalla Commissione a febbraio 2015 che prevede misure specifiche in cinque aree chiave, tra cui efficienza energetica come mezzo per moderare la domanda di energia. La relazione del Ccr dimostra che, con un obiettivo di risparmio energetico del 40% entro il 2030, la somma di risparmio energetico e le energie rinnovabili supererà il valore delle importazioni di combustibili fossili da cui l’Europa e soprattutto l’Italia è estremamente dipendente. Tra l’altro questo traguardo consentirebbe di ridurre le emissioni di gas serra del 44%, rispetto ai livelli del 1990. Una meta ambiziosa visto che il consumo energetico complessivo dell’Ue è stata di 1104 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) nel 2013, 20 in più rispetto al 1990. Gli edifici, residenziali e non, e i trasporti rappresentano quasi i tre quarti di cifra, contro il 61% del 1990. In pratica, nel periodo preso in considerazione la quota del settore edilizio è passata dal 35,4% al 37,7%, il che lo rende il maggiore consumatore di energia in Europa, mentre la percentuale dell’industria è scesa dal 34% al 25%. La fonte di energia impiegate negli immobili è il gas 62% ma nella tabella qui sotto si può vedere come si sia modificata la composizione negli anni.

Le principali fonti di energia consumate nei diversi settori
Le principali fonti di energia consumate nei diversi settori

Gli scienziati si auspicano un rovesciamento del paradigma: il risparmio energetica diventa la nuova benzina. Le costruzioni possono svolgere un ruolo importante, visto che consumano il 40% di tutta l’energia prodotta nella Ue, ed emettono il 36% delle emissioni di CO2. Rappresenterebbero quindi il più grande potenziale economico se venisse stimolata una profonda opera di riqualificazione energetica del patrimonio esistente e se le norme tipo Near Zero Energy Building per i nuovi edifici venissero effettivamente applicate. Secondo le proiezioni dei ricercatori, politiche molto più ambiziose in tal senso potrebbero capovolgere la situazione e far diventare il comparto edilizio il meno emissivo. Insomma, l’isolamento degli edifici e l’integrazione di fonti rinnovabili potrebbe davvero trasformare lo scenario.

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