Costruire con mattoni: una pratica vecchia quasi quanto la civiltà stessa. Eppure ogni nuovo edificio ha il potenziale di contribuire, non solo esteticamente, a qualcosa di nuovo. A volte di sorprendente capacità espressiva. Come il Saw Swee Hock Student Center della London School of Economics progettato dagli architetti Sheila O’Donnell e John Tuorney e pluripremiato anche per i mattoni, appunto, realizzati e usati in modo inconsueto: 175 mila pezzi dalle 46 forme standard e 127 invece modellate su stampi di legno fatti a mano. Un nuovo linguaggio di muratura basato sul contrasto tra estetica contemporanea e materiali e tecniche di posa estremamente tradizionali per l’edificio dal volume sfaccettato e inclinato che sembra tranciato da una grande massa rettilinea.
I piani che compongono la complessa struttura sono costruiti con laterizi lunghi e corti assemblati secondo un modello fiammingo, senza soluzione di continuità, eccetto all’ingresso. In pratica l’involucro non si interrompe quasi mai, nemmeno in presenza delle finestre in legno brasiliano, sostenute da pali di acciaio a sezione rettangolare con montanti allineati, passando proprio sopra di loro a circa 20 centimetri davanti al vetro. In alcuni punti vengono omessi i pezzi più corti del modello per creare una griglia forata e far entrare luce naturale e aria. Di notte le aperture di mattoni illuminano come lanterne di una grata, con dimensioni che esprimono la scala artigianale dell’edificio: infatti le pareti in mattone degradano dolcemente verso gli spazi interni.
Un disegno molto elaborato su carta e la modellazione digitale, ogni singolo elemento è stato progettato e realizzato esattamente come è stato pensato, nonché l’impiego di sagome speciali, hanno evitato qualsiasi taglio dei mattoni. Un dettaglio che ha permesso di accelerare il lavoro in cantiere e ridurre la mole di rifiuti contribuendo alla già forte sostenibilità del materiale. Per attenuare i ponti termici sugli angoli della facciata, che sono tanti e creati per integrarsi con l’architettura circostante, sono stati saldati sul retro degli elementi in lattice finiti come un laterizio, in modo da creare un varco dove far passare il materiale isolante.