Plastic Village, l’architettura per integrare

L’architettura come mezzo di integrazione degli individui? È il concetto ispiratore del progetto Plastic Village – Il limite imperfetto tra architettura e design, ideato dall’architetto Cherubino Gambardella con il patrocinio della Seconda Università di Napoli. Gli allievi dell’ateneo hanno raccolto la sfida tecnica, etica e culturale lanciata da Gambardella per affrontare una delle questioni più complesse e cruciali del nostro tempo: l’immigrazione. Le linee guida sono, citando le parole dell’architetto, dare all’accoglienza un carattere gradevole sin dalla prima fase, che è quella più difficile, dell’ospitalità immediata, che va risolta in modo sorridente e architettonicamente plausibile, nell’attesa o di una implementazione definitiva della struttura di prima accoglienza o, ancor meglio, di una più solida politica di integrazione stabile. Risultato? Il lavoro degli studenti attraverso l’utilizzo di un tavolo a piani sfalsati, è una risposta individuale e corale che si concretizza nell’elaborazione di uno spazio abitativo minimo in plastica, una soluzione funzionale di architettura tessile che rispetta i principi alla base del progetto stesso. Le idee esposte insieme a un prototipo firmato dal loro mentore, diventano il materiale di una mostra organizzata per coinvolgere e far riflettere. La sede è quella della Fondazione Plart di Napoli, che ospita una delle collezioni tra le più importanti al mondo per la sua organicità in materia di polimeri, ed è un punto di riferimento in materia di conservazione, tutela e restauro della plastica.

Fondazione Plart

via Giuseppe Martucci 48 – 80121 Napoli

3 dicembre 2015 – 9 gennaio 2016

Il prototipo dello spazio di Cherubino Gambardella
Il prototipo dello spazio progettato da Cherubino Gambardella
Una dettaglio della struttura
Una dettaglio della struttura
La teda vista dall'interno
La teda vista dall’interno
Lo scheletro della struttura
Lo scheletro della struttura

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